“Cinque azioni con guanti rossi” si sviluppa sul filo di un dialogo ininterrotto tra linguaggio analogico e digitale.
Il lavoro è presentato da Francesca Fini come Opera Unica all’interno della quale si stempera un confronto dialettico attraverso l’uso di materiali diversi: dal legno alla pittura e alla foglia d’oro, dalla fotografia al filo di lana.
Le diverse tecniche, come il graffito, la pittura digitale e la stampa fotografica entrano in connessione per comporre una trama, raccontando in parte l’esperienza performativa, dove il filo rosso è protagonista di una fitta rete di architetture, un prolungamento del corpo della performer, che tenta di allungare e ricreare lo spazio che la circonda attraverso una sorta di ragnatela tridimensionale. La consueta sfida della performer resta quella di modificare il proprio corpo facendo uso di un elemento apparentemente ludico, molto simile al gioco che si fa compiendo movimenti con le dita e passando di mano in mano un filo intrecciato.
Ma non è solo un gioco: Francesca Fini costruisce nella performance uno spazio estetico abitato da elementi che fanno parte del suo percorso artistico. L’autoritratto presenta infatti un punto focale nel ventre, dove è posizionato il dvd della performance, una sorta di pulsante che si ricollega al cyber-punk e alla robotica, tematiche molto care all’artista, assieme a quelle fetish, con elementi come i guanti e la benda.
L’approccio digitale, che compare anche nella trama con la tipologia di pattern poligonale utilizzata nell’elaborazione in 3D, ha una parte preponderante nella ricerca di Francesca Fini, non solo per l’uso della tavoletta grafica nel campionare pezzo per pezzo la fotografia della performance, totalmente rielaborata digitalmente, ma anche per gli schizzi preparatori, per la traccia e per il concept dell’azione performativa. È come se, partendo dall’elaborazione digitale, dalla performance e dal video, l’artista abbia voluto costruire un racconto che si dipana con un linguaggio attuale, utilizzando moltissimo il computer, allo scopo conclusivo però di rendere omaggio a tecniche tradizionali del passato, quali la pittura, il graffito, la tessitura.
La performance contenuta nel dvd, costituita da cinque azioni (di pancia, di testa, spaziante, di taglio, del rumore) si sviluppa attraverso un filo, che è anche narrativo, con il quale Francesca Fini, tutta abbigliata di rosso, colore che l’artista considera quasi essenziale in ogni suo lavoro, mostra un microcosmo claustrofobico fatto di intrappolamenti e tentativi di fuga, di confronti apparentemente complessi, in realtà semplicemente speculari, dove la volontà di districarsi, danzando morbidamente nel recinto di fili, non è sufficiente ad attutire l’atmosfera di sconfitta che incombe sulla perfomer e il suo doppio e finisce con l’avvolgere il tutto in un clima di sofferta rassegnazione, fino alla duplice resa.
Maria Arcidiacono
La presentazione dell’opera avverrà nell’originalissimo spazio di Opera Unica, la Galleria romana che ospita un’opera alla volta all’interno della vetrina su via della Reginella, al Ghetto. L’opera sarà visibile 24 ore su 24 anche in streaming. Nel corso della serata di inaugurazione verrà presentata in anteprima la videoperformance associata al quadro.
Francesca Fini vive e lavora a Roma.
Nasce come artista digitale ma il suo lavoro spazia dalla videoarte alla performance, dalla fotografia alla pittura. Le sue opere sono state esposte in musei e gallerie in tutto il mondo.