Cento videoartisti internazionali sono stati chiamati ad interpretare con il loro lavoro un anno del ‘900. La celebrazione internazionale dei Cinquanta anni della Videoarte vedrà fra le opere quella di Francesca Fini a cui è stato affidato il 1965 da lei interpreto nell’opera “White Noise”
Vediamo una donna immersa in un ambiente neutro, bianco, come fatto di luce. la donna siede davanti ad un televisore che trasmette disturbo statico. Ma poi scorgiamo qualcosa che spunta dallo schermo, un filo di lana rossa. La donna afferra il filo e lo tira verso di se’, e a quel punto il televisore comincia a trasmettere una serie di immagini degli anni ’60 in America: film propagandistici e vecchi commercial, il viaggio di un uomo nello spazio e test nucleari. E’ come se il filo che la donna comincia adesso a lavorare a maglia fosse il filo del tempo, come se nel suo dipanarsi si dipanasse la storia stessa di quel periodo, in una trama di immagini contraddittorie. Il ’65 è un anno emblematico che riassume tutte le contraddizioni del mondo uscito dalla seconda guerra mondiale: c’è una spinta febbrile verso il futuro accompagnata dal terrore isterico per il presente minacciato dalla guerra fredda e infuocato dal diffondersi dei movimenti per i diritti civili. Così mentre le due superpotenze nemiche si sfidano sulla terra e nello spazio, con il viaggio dell’astronauta sovietico Aleksei Leonov e le conquiste del progetto Gemini della Nasa, mentre il mondo osserva la Luna con sguardo sognante, in Usa le prime truppe di combattimento partono per in Vietnam e si consuma la domenica di sangue; la famosa prima marcia da Selma a Montgomery quando 600 attivisti per i diritti civili furono caricati violentemente dalla polizia. Mentre il design industriale, la moda, l’arte e la letteratura si proiettano verso forme, immagini e scenari futuristici, mentre si diffondono idee di libertà ed eguaglianza, una violenza cieca e ancestrale sembra dominare la vita di tutti i giorni. Le immagini nell’apparecchio televisivo continuano a scorrere, mentre la donna continua la sua maglia come se fosse una specie di divinità che intreccia la trama del tempo. Per questo motivo le immagini terminano sulle parole di Malcolm X, che ho scelto come immagine emblematica di questa tappa così intensa e contraddittoria nella storia dell’umanità. Nel 1965 Malcolm X venne ucciso, in un clima diffuso di ebbrezza e di violenza in cui le più alte aspirazioni dello spirito umano sembrano combattere per liberarsi dalle maglie degli impulsi più bassi. La donna assiste, inerte, mentre il filo di lana è finito. Il tempo è scaduto. Le immagini avviluppate al filo di lana rossa sono diventate una benda con cui la donna si copre gli occhi.
starring Letizia Lucchini
direzione fotografia Jurek Kralkowski
assistente alla regia Federico Trimarchi
assistente alla fotografiaEmanuela Testa
musica Rosecroft Mews
Apertura ore 18:30 – presentazione del progetto ed esposizione opere audiovisive nel foyer
Il programma è diviso in 4 parti della durata di 90 minuti circa per 25 video (e relativi anni del secolo XX).
Orari: 1° proiezione 20:30 – 2° proiezione 22:30
Ingresso: 3€ per una proiezione (un 25ennio); 5€ per due proiezioni (un 50ennio) anche non consecutive, anche in 2 giorni diversi