Stavolta José Mourinho potrebbe averla combinata davvero grossa. La decisione di allontanare o, meglio, di cacciare, Bastian Schweinsteiger dal Manchester United, stando alle ultime, potrebbe costargli davvero cara. Già perché, a difesa del centrocampista tedesco, sono scesi anche i sindacalisti che hanno parlato di un chiaro caso di mobbing. Non una gran bella idea quella di mandare il giocatore ad allenarsi con la formazione Under 23 dello United in attesa di una nuova sistemazione: anzi, un vero e proprio demansionamento che, secondo il sindacato, va punito e anche in fretta.
IL CASO – “E’ chiaramente mobbing – ha commentato alla BBC Dejan Stefanovic, avvocato e membro della Federazione Internazionale dei calciatori professionisti della Slovenia- Nel nostro paese avremmo chiesto il massimo della pena, cioè tre anni di detenzione per il tecnico: la sua scelta ha il solo obiettivo di scoraggiare il giocatore”. Il sindacalista ha spiegato che secondo la legge slovena, il comportamento del tecnico sarebbe punito con una sanzione detentiva: “Schweinsteiger potrebbe rivolgersi all’Associazione dei calciatori professionisti per denunciare Mourinho”. E il motivo è presto spiegato: “Tutti i giocatori della prima squadra devono allenarsi con gli stessi preparatori, nello stesso posto, con gli stessi compagni e nello stesso orario in cui si allena la prima squadra. E’ una regola che dovrebbe valere per ogni giocatore e per tutti i club e scritta nel regolamento Fifa”.
LE REAZIONI – Nei giorni scorsi anche il fratello del giocatore, Tobi, aveva twittato “nessun rispetto”, con indubbio riferimento alla decisione di Mourinho, che ha fatto rumore anche a Monaco di Baviera, dove il presidente del Bayern (ex squadra di Schweini), Karl Heinz Rummenige ha parlato di “grave umiliazione” per il centrocampista.
Michela Cuppini