Due progetti in fase di esecuzione, uno pittorico e l’altro letterario, una personale in preparazione per Lucca ed altre nuove iniziative in programma, delle quali ci fornisce, per ora, solo qualche cenno. Ogni intervista con Paolo Maccioni riserva delle sorprese. Che sia una nuova tecnica, una nuova tematica o l’inizio di una nuova impresa artistica, anche collettiva, all’arte e alla cultura in generale l’artista assegna un ruolo esclusivo che rinnova, costantemente, la sua funzione divulgativa.
Classe 1954, originario di Ladispoli e oggi residente a Roma, la sua opera, come l’artista stesso ci dice, è il risultato di più forze, esterne – perché scatenate da un avvenimento – ed emotive, perché frutto dello stato d’animo che quell’avvenimento ha determinato. Durante la sua carriera è costante la ricerca e la sperimentazione nelle tecniche e nei materiali. Variano le tematiche, i soggetti coinvolgono l’osservatore e a lui direttamente si rivolgono quale fruitore di un messaggio che invita e necessariamente induce alla riflessione. Paolo Maccioni è un artista che elabora e costruisce, progetta ed aggrega.
Lo incontriamo mentre è in fase di esecuzione “48 artisti per Cerveteri”, tavola pittorica a mosaico – le dimensioni finali saranno 2,40 per 1,80 m – composta da quarantotto tele eseguite da altrettanti artisti, raffigurante una suggestiva veduta storica della cittadina. Un progetto ideato e coordinato da Maccioni con la collaborazione della Galleria d’Arte inQuadro, così come quello già inaugurato lo scorso 8 maggio presso il palazzo comunale di Ladispoli, “48 artisti per Torre Flavia”.
“Quando realizzo questi progetti non lo faccio in prima persona, in questo caso in un’opera unica sono stati inseriti vari artisti ognuno dei quali ha utilizzato le proprie tecniche – spiega Maccioni – Nella fase di progettazione penso a dove andrà collocata l’opera e quindi anche all’immagine che il Comune può ricevere da una realizzazione pittorica del genere”. E proprio in riferimento al mosaico su Torre Flavia: “Ringrazio innanzi tutto gli artisti che hanno creduto in questo progetto e ringrazio il Comune di Ladispoli che ha accettato di inserirlo nella sede comunale” dice, e precisa: “Noi abbiamo donato quest’opera, ci siamo impegnati artisticamente, psicologicamente e fisicamente. Queste sono opere che una volta realizzate vanno poi valorizzate a livello di immagine, a livello di informazione”. E propone: “Potrebbe essere inserito nelle riviste dedicate alla città e si potrebbero posizionare negli spazi cittadini dei cartelli che segnalino l’ubicazione dell’opera”. L’arte, afferma Maccioni, ha una forte presenza a Ladispoli: “Ci sono parecchi fermenti artistici – dice – e molti bravi artisti che spesso dipingono in maniera privata”.
Che la valorizzazione del patrimonio storico e artistico dei territori in cui opera sia uno dei temi cari all’artista lo attesta anche il progetto in fase di esecuzione a Cerveteri. “L’immagine scelta – illustra – è un monumento in piazza Santa Maria dove è ubicato anche il Museo Cerite”. I quarantotto pannelli, così come avvenuto a Ladispoli, sono stati realizzati da ogni pittore in modo indipendente. “Questa volta la maggior parte degli artisti sono del territorio di Cerveteri e ci sono anche pittori che hanno già partecipato all’opera su Torre Flavia”. Già decisa la destinazione del mosaico: “L’opera verrà posizionata all’ingresso della Biblioteca comunale di Cerveteri nel Palazzo del Granarone, uno spazio che, grazie alla presenza di una vetrata, permetterà la visibilità dell’opera anche a porte chiuse. È inoltre un luogo luminoso, ubicato in un posto in cui si fa cultura, per cui chi va lì è predisposto a ricevere certi messaggi artistici. L’inaugurazione, in accordo con il Comune, è in programma per sabato 10 settembre alle ore 17.30”.
Ben poco possiamo dire sulle prossime mete dei quarantotto artisti, anche se Maccioni ci anticipa che il progetto toccherà la capitale. “L’organizzazione di queste iniziative è impegnativa – afferma – Se ci sono delle scadenze vanno rispettate, se ci sono delle dimensioni vanno rispettate, se ci sono delle proporzioni vanno rispettate. È un susseguirsi di tappe, basta che ne salta una e salta tutto il resto”.
Fin qui la pittura. Ma i codici espressivi di Maccioni non si fermano qui. Già autore di poesie, riunite nella raccolta Gocce di Emozioni, la letteratura – e quindi i libri che tanto egregiamente ne rappresentano la storia – è argomento caro all’artista che le attribuisce in molte sue opere un ruolo privilegiato.
“Come artista mi esprimo con varie tecniche, perché utilizzarne solo una equivarrebbe, per me, ad una sorta di catena di montaggio – commenta – una sola tecnica diventa monotona e non dà più al pittore la libertà di espressione, non gli permette di manifestare a pieno il proprio stato d’animo”.
La poliedricità artistica di Maccioni non si esprime solo sulla tela. Mentre lavora all’assemblaggio delle quarantotto tavole per Cerveteri, infatti, la sua creatività dà vita ad un nuovo progetto, questa volta letterario, dall’emblematico titolo Il viaggio. Anche in questa iniziativa, supportata in fase di esecuzione dalla gallerista Ilva Marchizza, torna il numero quarantotto, tante sono infatti le persone chiamate a comporre i capitoli di questo racconto sperimentale a più mani. Ad aprire l’opera è un brano scritto da Maccioni al quale segue una pagina scritta da un altro autore al quale succederà un altro e così via, ad ognuno dei quali verrà data la possibilità di leggere solo il brano che lo precede. Il progetto si estende alla stesura contemporanea di due volumi, nei quali a fare da trait d’union è l’incipit, uguale per entrambi, al quale seguono però capitoli in cui la successione degli autori varia. Nell’ideazione dell’artista, l’opera, nel suo insieme, rappresenta il percorso esistenziale dell’individuo. In questa visione ogni capitolo simboleggia un “incontro” che influenza e condiziona la vita di ognuno. “A stesura ultimata l’idea è quella di rilegare e stampare il racconto – conclude Maccioni – e anche, ma questo è ancora in fase embrionale, di farne una rappresentazione teatrale”.
Attualmente il pittore lavora ad una serie di opere per una personale che terrà a Lucca in occasione del Settembre Lucchese. “Esporrò una ventina di opere – conclude – décollages e metropolitani ispirati a Lucca, a Firenze e ad alcune immagini della Toscana che, vorrei sottolineare, è una regione molto propositiva per l’arte”.
Scrive in una nota biografica sull’artista la gallerista Ilva Marchizza: “Il modus operandi di Paolo Maccioni abbraccia una pluralità di mezzi espressivi, dal disegno alla pittura, dalla scultura all’installazione alla fotografia, che confermano la sua incondizionata creatività, la sua piena libertà e autonomia di espressione che lo rendono un artista in continuo rinnovamento, sempre teso al conseguimento del suo sogno più autentico: L’ARTE”. A lei chiediamo una brevissima riflessione sulle iniziative pittoriche in corso: “Maccioni si confronta con la società, la sua espressione è inserita in un contesto sociale, non è solamente l’esternazione dello stato d’animo del momento – dice – Anche il progetto per Torre Flavia è nato proprio dalla necessità di una sensibilizzazione nei confronti della tematica storico-culturale della torre che era in uno stato di abbandono. Adesso il progetto di Cerveteri vuole sensibilizzare la comunità al ricco patrimonio che la città possiede dal punto di vista culturale”.