Mercoledì 24 agosto, ore 3.36: trema anche Roma. Nel cuore della notte, i cittadini della Capitale sono catapultati giù dal letto. Anziani, adulti, bambini sorpresi nel sonno incoscienti e d’istinto si tutelano nel primo riparo disponibile – sotto un tavolo, un letto o l’arcata di una porta – non realizzando da cosa e perché. I secondi interminabili seguenti chiariscono il dramma in atto: terremoto.
La terra sussulta. I palazzi traballano: squilibrio e stomaco sottosopra, persiane sbattono, porte oscillano, tintinnano cristalli di lampade e dondolano lampadari per un durata infinita, sorda e indefinita. Una voce concitata e lontana conferma in un grido di terrore quello che sta accadendo e a cui si è impotenti. Il sisma di botto si cheta. Battiti del cuore e respiro nella norma.
E’ tempo di capire se è il caso di abbandonare casa e correre in salvo fuori all’aperto. Televisione e siti web consultati non danno notizie. Troppo presto. Prima di riversarsi in strada ci si riversa nei social. Facebook e twitter non deludono. Forte scossa, 6.0 scala Richter, con epicentro vicino Accumoli, provincia di Rieti, a soli 4 chilometri di profondità, devasta il centro Italia. Terremoto fra Umbria, Marche e Lazio. Qualcuno si allontana dagli edifici dopo aver raccolto qualche effetto personale. Il fenomeno sismico e le emozioni della gente sono avvertite e amplificate in diretta. Facebook Safety Check è attivo: assicura e aiuta; amici e parenti si rintracciano, si consolano e si tranquillizzano. Ma non si dorme e si chatta. Il cellulare serve a farsi compagnia e a far passare l’istante.
Roma ore 4.33: si registrano circa sessanta secondi di una seconda scossa, nuova ansia, altra paura, ulteriore ondata di post e tweet. Stavolta è magnitudo 5.4 della scala Richter con epicentro tra Norcia, Perugia, e Castelsantangelo sul Nera, Macerata, e ipocentro a 8,7 chilometri di profondità.
Dopo le prime fasi manifestanti l’impatto col panico, uno sforzo corale estemporaneo nei social fa partire solidarietà e organizzazione di aiuti in tempo reale. Aumentano speranza e storie a buon fine che serviranno d’esempio a sopportare il duro momento a vittime e soccorritori. Ma non si dorme e si scava.
L’evento tellurico severo – secondo le testimonianze, ha svegliato gli italiani da Rimini a Napoli – ha colpito i paesi, già evacuati, Amatrice, Accumoli, Pescara del Tronto e Arquata e al momento conferma paesaggi stravolti, macerie e distruzione, nessuna stima per sfollati, dispersi e feriti senza numeri certi e più di 60 i morti con un bilancio (il tributo di vittime non ufficiale ne conta 73!) che prevede aumenti. Al contempo continua lo sciame della sequenza sismica dell’assestamento (altra violenta scossa, di magnitudo 4.9, è stata avvertita nel primo pomeriggio, ore 15.30 circa, ad Arquata) e non diminuisce coraggio, impegno ed abnegazione dei volontari e delle forze in campo dalle prime ore della tragedia nel gestire emergenza e soccorsi nelle zone coinvolte nonostante il rischio delle repliche sismiche (circa 200 da questa notte).
Maria Anna Chimenti