I cittadini del III municipio lo definiscono “il nostro ospedale”. Ma il “nuovo” parcheggio, inaugurato nel 2009, è diventato il più grande cruccio di utenti e studenti dell’Azienda ospedaliera, che ospita anche una sede distaccata della Sapienza. «Prima, entrando dal Raccordo, si poteva percorrere via Grottarossa e parcheggiare lì liberamente – dichiara Franco Carucci, da anni utente dell’ospedale e abitante del municipio di Montesacro – ora hanno chiuso l’accesso a quella strada e hanno creato un percorso obbligato che conduce al nuovo parcheggio a pagamento, che diventa così obbligatorio per chi viene dal GRA». Questo percorso sarebbe stato creato, in realtà, per scoraggiare l’accesso degli automobilisti che usufruivano delle aree interne dell’ospedale per evitare e bypassare il traffico del Raccordo. Peccato, però, che così facendo hanno reso inaccessibile l’unico parcheggio libero per chi raggiunge l’ospedale dall’Anello, che si vede in questo modo costretto a pagare la sosta: 1,20 per la prima ora di parcheggio e 0,60 per quelle successive. Una spesa in più, talvolta anche consistente, per chi deve farsi visitare e per gli studenti che grazie a questo sistema si trovano a pagare quasi 5 euro di parcheggio per ogni turno di ospedale. E per chi ha qualche anno in più il problema è anche un altro: «questo parcheggio è anche lontano dall’ingresso dell’ospedale e chi come me ha una certa età fa fatica a raggiungerlo, soprattutto con questo caldo. Una volta, dopo aver fatto il prelievo mi sono sentito male mentre tornavo alla mia macchina». Per non parlare degli ingorghi frequenti che si creano perché qualcuno, preso dalla disperazione, continua a parcheggiare dove non dovrebbe provocando delle file lunghissime fino alla Cassia bis. «Mi potrebbero dire “prendi i mezzi” ma non esistono collegamenti diretti e io, da casa mia, dovrei arrivare fino alla Saxa Rubra per prendere l’autobus che mi porterebbe al S. Andrea. Questa situazione mi spinge a trasferire tutte le mie carte e cambiare ospedale. Non so ancora dove andrò ma qui è diventato impossibile». Alessia Forgione