L’1-1 sul campo del Viktoria Plzen non è stato certo il miglior biglietto da visita con cui la Roma poteva presentarsi in Europa League. Niente esordio da tre punti per gli uomini di Spalletti inciampati nei soliti errori e quindi costretti a potar via solo un pareggio dopo essere andati in vantaggio al 5′ del primo tempo grazie a un rigore trasformato da Perotti. Spalletti non può essere soddisfatto: “Bisogna fare di più e meglio. La partita era andata a nostro favore, eravamo passati in vantaggio e c’era la possibilità di gestirla, però poi l’abbiamo messa sul piano a loro congeniale, quello fisico e delle ripartenze. Il gol che abbiamo preso era evitabilissimo, ma se si viene a giocare in questi campi senza prendere in mano la situazione, gli avversari danno tutto dal punto di vista del carattere e si buttano oltre l’ostacolo. Bisogna avere più tranquillità e personalità nel gestire i momenti di una gara”.
LEGGEREZZE – I limiti evidenziati sembrano sempre gli stessi: scarsa solidità e poca, pochissima, lucidità sotto porta. Per non parlare del fatto che una volta acquisito il vantaggio, la squadra fatica a gestirlo: è successo col Cagliari, con la Samp e la storia si è ripetuta inevitabilmente col Viktoria Plzen. Poi prende gol e va definitivamente in tilt. Problemi su cui Spalletti dovrà lavorare a lungo, per ridare alla squadra quell’iniezione di fiducia che portò al suo arrivo lo scorso gennaio. Deludente poi, anche la prova delle “riserve”: “Dovevamo prendere il centrocampo in mano, abbiamo concesso alcune leggerezze e in diversi frangenti abbiamo fatto cose egregie, ma senza quella continuità e la compattezza che ci devono essere. Non si è fatto molto per vincere. Non c’è nessun ultimatum per Iturbe, è rimandato alla prossima partita. Anzi, siamo tutti rimandati, io insieme a loro. Perché avendoli fatti giocare mi aspettavo qualcosa di più da loro: quando uno si gioca la possibilità di aver un futuro nella Roma deve far vedere che va alla ricerca della convinzione, di un duello, di qualche azione, qualche presa di posizione dove si butta il corpo e l’anima oltre le qualità”.