Fece appena in tempo ad avvicinarsi alla tazza del water che vomitò l’impossibile. I succhi gastrici colavano senza fretta, insozzando le pareti bianche con il loro liquido verdastro. Poi fece scrosciare, con veemenza, l’acqua nel lavandino e ci immerse il viso. Indubbiamente era un palliativo e non era dei migliori, ma per quella sera poteva andar bene.
Alzò la testa e si specchiò quasi senza pensarci, poi si sistemò il ciuffo e cercò di dare un contegno al viso. la notte sarebbe stata lunga e non era il caso di rovinarsela con i soliti dettagli. Almeno quella sera poteva lasciar perdere, almeno quella sera avrebbe potuto godersi la notte. Il domani è un’incognita, lo è sempre stata, sin da prima che iniziasse a bere.
L’alcool era un’ottima compagnia, non tradiva le aspettative, sapeva già che sarebbe stato l’alleato vincente per dimenticare quanto di negativo aveva intorno.
Si spostò in cucina e aprì il frigo. Sua madre lo aveva acquistato il giorno del suo ventesimo compleanno. Lo ricordava bene, quel giorno. Sua madre , quel mattino, aveva avuto un rapporto con l’amante di sempre, solo che quella volta, suo padre l’aveva beccata.
Dettagli. Dettagli che fecero la differenza proprio il giorno del suo compleanno, quando la festa stava per finire in tragedia.
Dettagli, come quella volta che, al rientro da scuola, entrata di soppiatto avendo udito dei rumori fin dalla strada -una stradina qualunque di un paese di periferia-, beccò sua madre intenta a cullarsi fra le braccia del solito. Che non era suo padre.
Quella volta fece finta di nulla e nello stesso modo in cui aveva fatto l’entrata, sparì. Telefonò a casa per comunicare che rientrava prima.
La discrezione, ormai, faceva parte del suo carattere schivo e, nel contempo, gioioso.
Aprì il frigo e allungò le mani verso l’ennesima bottiglia di birra Dreher. Quella da 66 cl, o tre quarti, come -erroneamente- la chiamano in gergo. Il tempo di attraversare l’atrio che il fondo era già a vista. Evitò di fare il rutto liberatorio, mentre la nausea iniziava a prendere il sopravvento.
Poi si guardò nello specchio, facendo attenzione affinché i tatuaggi fossero ben in vista e si affrettò a chiudere la porta con due mandate.
Il risultato positivo, del test di gravidanza, rimase sul tavolo.
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