Non c’è bisogno di sentire, una per una, tutte le mamme dei ragazzi, che da giorni manifestano un malcontento palpabile in piazza Garibaldi, presuntamente riferito alle modalità di gestione del nuovo anno scolastico appena iniziato
Le proteste: «da prestigioso istituto educativo è diventata una scuola professionale come tante altre», riferendosi alla scelta di inserire nell’offerta didattica il nuovo indirizzo professionale alberghiero in un ambiente da sempre considerato pregevole, all’avanguardia e di storica tradizione culturale.
Le lamentele di alcune famiglie e cittadini imperversano da giorni, i commenti ben precisi: «La sorpresa è stata vedere intere classi smembrate, prive di educatori e personale costretto a svolgere servizio coprendo più classi e farsi carico di responsabilità che esulerebbero dalla propria funzione professionale, orari delle lezioni ridotti e ragazzi costretti a pranzare velocemente anche alle ore 15:00, per non parlare delle ricreazioni troppo brevi».
Sarebbero, inoltre, le nuove scelte amministrative e gestionali interne a mettere in discussione la storica eccellenza del Convitto. Famiglie indignate per dover fare a meno, sembrerebbe in alcuni casi, del lavoro pomeridiano svolto dal qualificato e abilitato personale educativo – figura professionale propria dei convitti: «Personale educativo ridotto al minimo che ruota e lavora su più classi spesso sovraffollate, funzione educativa quotidianamente svilita e ostacolata, così viene meno il senso del semi-convitto» è la voce di piazza delle mamme, «forse vorrebbero sostituire gli educatori della pubblica istruzione nelle attività pedagogiche e formative pomeridiane con associazioni private, insegnanti e personale esterno, privo di requisiti, pagato in modo straordinario, con le rette degli alunni e con contributi extra delle famiglie, assunto su chiamata diretta al di fuori di qualsiasi graduatoria» – continuno i genitori.
Ma a difesa della categoria, era già intervenuto il deputato Pd Camilla Sgambato, presentando una interrogazione al ministro dell’istruzione, dell’Università e della ricerca Stefania Giannini, chiedendo spiegazioni sulla disparità di trattamento dei docenti educatori: «Gli educatori sono a tutti gli effetti insegnanti» – ha sottolineato il deputato – e continua: «Non è un caso che esista la classe di concorso di appartenenza del personale educativo nell’area funzione docente e finalizzata alla formazione e educazione degli alunni convittori e semi-convittori». ML