E’ il Tevere il protagonista della mostra documentale che, nel Museo di Roma in Trastevere, con pannelli, incisioni e dipinti illustra le trasformazioni del panorama architettonico e urbanistico della città di Roma, da quando era un piccolo villaggio ai piedi del Palatino fino all’avvento della città moderna.
Ruolo fondamentale quello del Tevere, un tempo veloce via di trasporto e collegamento che ha visto nascere sulle proprie sponde edifici importanti e porti per merci e viaggiatori. Dopo il crollo dell’impero romano, è grazie al Tevere che i sopravvissuti riescono a sfamarsi e a sopravvivere.
Ma il Tevere è stato spesso anche portatore di sventura con le sue numerose piene, esondazioni, straripamenti e conseguenti alluvioni.
L’ultima devastante inondazione risale al dicembre del 1870, pochi mesi dopo l’annessione di Roma al Regno d’Italia. L’allora Ministero per i Lavori Pubblici nominò una Commissione che aveva il compito di affrontare e risolvere il problema. Roma stava per diventare la capitale di uno Stato moderno e non poteva più permettersi di subire continue alluvioni.
E’ in quel momento che si perde il rapporto diretto con il fiume, la città cambia aspetto, le antiche case costruite sugli argini vengono demolite e al loro posto sono innalzati i muraglioni di contenimento, iniziati nel 1876 e terminati nel 1926, che separeranno per sempre la città dall’acqua, per proteggerla dalle piene del Tevere.
Sarà però proprio questo distacco che consentirà, nel vuoto formato tra la discesa al fiume e la parete verticale del muraglione, di far passare tutti gli impianti – condutture elettriche, gasdotti, collettori, condotti di smaltimento delle piene – che hanno contribuito a rendere Roma una città moderna.
E’ affascinante ripercorrere, grazie alle opere esposte in mostra che hanno immortalato diversi momenti storici, tutte le varie trasformazioni subite dal territorio romano lungo le rive del Tevere fino a Ostia.
Daniela Gabriele