Vittima di una vera e propria “beffa” del M5S: il direttore responsabile di “Paese Roma” e portavoce del “Patto locale per l’Italia semplice”, Michelangelo Letizia, è stato letteralmente “incastrato” online dal partito di Beppe Grillo, che da mesi lo annovera tra i suoi iscritti, legando indissolubilmente, sui motori di ricerca, il suo nome a quello del movimento.
«Nel 2012 ho effettuato online un’iscrizione al movimento – racconta Letizia –, non intesa come adesione al partito, ma come per essere sempre informato sul M5S, tramite una newsletter periodica. Uno strumento molto importante per la mia attività di giornalista a livello locale, che mi avrebbe permesso di comprendere le dinamiche del movimento e di conoscere personalmente i suoi esponenti, in particolare nell’area Nord- Est di Roma.
Avevo già provato in passato ad avvicinare qualche componente del M5S, ma ho trovato grandissima omertà: ecco perché avevo bisogno di effettuare l’iscrizione alla newsletter. Tuttavia, la pagina non l’ho mai utilizzata: dopo un mese dall’iscrizione mi è stato negato l’accesso al profilo: in pratica, la password non funzionava più.
Improvvisamente poi ho iniziato a ricevere telefonate da parte di alcuni quotidiani, che mi chiedevano informazioni circa l’ex candidato a sindaco del M5S, Marcello De Vito, attribuendo a me la carica di suo portavoce e, più in generale, di portavoce romano del M5S, ruolo che ovviamente ho negato con forza».
Lo scorso aprile poi un’amara scoperta per il giornalista: digitando su Google, il motore di ricerca più importante del mondo, “Michelangelo Letizia”, il primo risultato evidenziava l’appartenenza di Letizia al M5S : «Una dicitura alquanto particolare, considerato che da 3 anni sono direttore di un quotidiano romano che pubblica ogni giorno articoli, storie, notizie sui quartieri di Roma – spiega il giornalista –: sarebbe stato più logico “incappare” in qualche pezzo di Paese Roma.
Così, ho provato per tre volte, anche recentemente, a cancellarmi dalla newsletter, chiedendo, in forma ufficiale, la password corretta, seguendo la procedura prevista dallo statuto del M5S. Avrei anche voluto inviare una copia della richiesta agli uffici interessati tramite raccomandata, ma non esiste alcun indirizzo fisico. Ad ogni modo, non ho ricevuto alcuna risposta da parte dei gestori del sito web.
Il mio è uno sfogo personale da giornalista e da portavoce di un piccolo movimento politico “Patto locale per l’Italia semplice”, e vi dirò di più: mi sono sentito “prigioniero”, anche solo telematicamente, del M5S. Quando si compiono importanti sforzi sociali e politici per costituire una nuova identità, si può solo esprimere un profondo sdegno di fronte a errori così grossolani». Floriana Barone