Nato ormai da diversi anni, YouTube Italia ha subito, nel corso del tempo, molteplici cambiamenti, sia a livello strutturale che di contenuti. Nell’ultimo periodo moltissimi utenti italiani della piattaforma di condivisione video, hanno raggiunto una popolarità tale da essere notati da società che non sono solite operare nel settore dell’intrattenimento web, con risultati più o meno incoraggianti. La sensazione dominante è che, fiutato il momento di grande interesse suscitato nella comunità del web da questi fenomeni di massa, società di produzione televisiva e cinematografica e case editrici si siano messe all’opera per sfruttare il più possibile quello che, nella loro ottica produttiva, potesse trasformarsi in una strada per facili guadagni. Difatti vengono editi sempre più prodotti da libreria dedicati a questo o a quell’altro canale YouTube, con tutte le polemiche facili da immaginare, relative alla decadenza della produzione libraria italiana, alla mancanza di nuove idee ed autori, e ad una contaminazione fra due medium così diversi, che ai più appare evitabilissima. Anche quando si parla di uno spostamento degli sforzi produttivi dal web ad altre piattaforme, come ad esempio la televisione o il cinema, le polemiche sono sempre in agguato, sopratutto perché la differenza fra questi medium è abissale, e fare finta che non sia così non fa che
peggiorare la situazione. Un caso palese può essere rappresentato dai The Pills, gruppo di ragazzi romani che ha acquisito una certa fama grazie ai loro video caricati su YouTube, nei quali venivano rappresentate in maniera parossistica ed estremizzata tutte le ansie, le contraddizioni, le paure, i sogni della classe generazionale dei venticinque/trentenni romani, il tutto con un pizzico di citazionismo cinematografico, con un umorismo ed una puntualità che ne hanno determinato la fortuna. In poco tempo i loro video hanno raggiunto un numero di visualizzazioni e condivisioni altissimo (e, sul web, sono questi i numeri che sottolineano la fortuna o la caduta di un progetto) venendo apprezzati non solo a Roma, città a cui si rifanno sia per il dialetto utilizzato sia per i riferimenti geografici, ma in tutta l’Italia. Poi è arrivato il cinema e, con esso, un cambio di direzione che non ha fatto piacere a tutti i fan che si erano guadagnati nel tempo. Il loro film, Sempre meglio che lavorare, è stato, senza giri di parole, un flop clamoroso al botteghino, inaspettato sia dai The Pills stessi che dalla stessa società di produzione. La critica più rilevante fatta a questo film è stata proprio quella che sottolineava l’aver sottovalutato il salto dal web al grande schermo. In poche parole: un prodotto che su YouTube funziona benissimo ha una grandissima probabilità di fallire se traslato al cinema, o in televisione, senza gli opportuni accorgimenti. Va detto che la differenza fra questo esperimento e le pubblicazioni per libreria a cui facevamo riferimento prima è enorme: senza nulla togliere a nessuno, il film dei The Pills, con tutti gli evidentissimi limiti del caso, è stato comunque un tentativo di creare un prodotto originale partendo da ciò che era stato proposto sul web. I libri degli YouTuber sembrano involucri vuoti stampati per spremere finché si può il fenomeno momentaneo.
Un esempio positivo delle potenzialità di YouTube, invece, può essere raccontato attraverso l’esperienza di un altro rappresentante di questa piattaforma. Cane Secco, nome d’arte di Matteo Bruno, è un altro youtuber romano che, come tanti, ha iniziato postando video umoristici sul web. La sua inventiva è stata premiata con una popolarità che è
andata a crescere di pari passo con la sua evoluzione artistica e tecnica. Una peculiarità che differenzia Canesecco
dalla quasi totalità dei suoi colleghi è rappresentata dalla voglia di stare dietro la macchina da presa, non davanti. Il suo obiettivo è quello di dirigere video, di curarne fotografia o sceneggiatura, con qualche sporadica ricaduta nel campo recitativo, e proprio con questa finalità ha fondato, insieme ad un altro video maker, Giovanni Santonocito, la Slim Dogs, ovvero una società che si occupa di curare tutti gli aspetti che si celano dietro un prodotto audiovisivo, partendo dalla pre-produzione fino alle fasi finali del montaggio. Ora come ora l’attività della Slim Dogs procede più che bene e si ha avuto la dimostrazione di come si possano sfruttare al meglio le potenzialità di una piattaforma come quella di YouTube Italia.
Questi sono solamente due esempi dell’amplissima comunità che popola YouTube, su cui si possono trovare video di ogni genere, da chi cucina i prodotti più stravaganti a chi semplicemente si riprende mentre gioca ad un videogame. Va però detta una cosa: è fondamentale fare una distinzione fra chi limita al minimo il proprio sforzo, creando video partendo da prodotti già esistenti (come, appunto, chi prova un videogioco) e chi mette la creatività, il proprio sforzo artistico, in tutte le sue varianti, al centro del proprio progetto. Chi utilizza tutte le proprie energie per creare qualcosa di nuovo, che possa coinvolgere il pubblico e farlo sentire partecipe, chi dimostra di costruire qualcosa di originale è il vero motore di YouTube Italia. Ed è su soggetti come loro, Cane Secco, The Jackal, Yotobi, Claudio Di Biagio, gli stessi The Pills prima della sbandata di cui abbiamo parlato, solo per citarne alcuni fra i più famosi, che si dovrebbe puntare per assottigliare sempre più il divario fra televisione generalista e web. Ma purtroppo le scelte fatte dalle grandi società dell’intrattenimento vanno (per adesso) in direzione contraria.
Andrea Ardone