Lo scorso 19 settembre il Consorzio ha svelato a security manager, dirigenti aziendali e uffici acquisti le caratteristiche della sua ultima creazione. L’evento si è svolto in forma privata, presentandosi piuttosto come guida all’uso per i tecnici del mestiere. Il tutto sullo sfondo particolarmente suggestivo del Circolo Carabinieri di Roma.
«Stiamo iniziando un nuovo viaggio», comincia così Diego Coco, presidente del Consorzio. «Mancava al security manager un ‘ufficio situazioni’ che assorbisse i dati delle attività operative e di intelligence , in grado di misurare, analizzare e localizzare, su scala nazionale e periferica, i fenomeni criminosi e non che avvengono in ambito flussi denaro, merci e accessi al fine di meglio calibrare interventi e servizi mirati», il presidente condensa così le motivazioni che hanno portato più di 65 collaboratori alla messa a punto di Ulisse. La piattaforma nasce in realtà circa 7 anni fa; nel tempo è stata oggetto di numerose reviews ed è il risultato di 3500 ore di lavoro. In questi termini è facile concepire il progetto come occasione di impiego, sia nella fase di realizzazione che nello step successivo dell’utilizzo. Prima di inoltrarsi nel tecnico, il presidente ci tiene a fare un excursus sulla storia della sicurezza, per inquadrare la piattaforma in un percorso evolutivo del mestiere. La società dei grandi consumi avrebbe reso necessario l’impiego di figure esterne allo stato. Successivamente si sarebbe avvertito il bisogno di integrare il lavoro umano con la tecnologia. Ma non di intelligenza artificiale, piuttosto di un “occhio artificiale” si potrebbe parlare: l’intelligenza ce la mette sempre «l’uomo insostituibile», per dirla di nuovo con Coco. I dati forniti dal sistema – in real time e su tablet – vanno poi inseriti, sistemati, integrati e valutati dagli operatori preposti.
Numerosi attori in costante comunicazione tra loro creano una rete efficiente e veloce. La sperimentazione di Ulisse ha confermato l’esistenza di azioni criminose collegate, che altrimenti sarebbero apparse come sporadiche e casuali. Altrettanti collegamenti sono pertanto necessari a smantellarle. Una rete di sicurezza per svelare la rete di criminalità. L’imperativo è la collaborazione. Ulisse, infatti, si propone come osservatorio nazionale di sicurezza privata atto a creare un nuovo modo di fare il mestiere non separatamente ma al fianco delle istituzioni. «L’obiettivo non è quello di prendere appalti», assicura Coco, che lamenta inoltre lo scambio informativo tra la sicurezza privata. Avere un database centrale, alimentato da un organo super partes, per un punto vendita che raccoglie brands differenti è fondamentale.
Ulisse vuole essere una tappa per una rivoluzione più sociologica che digitale, così come ogni cambiamento tecnologico, che è dettato da una precedente trasformazione sociale e a sua volta impone mutamenti. Appare chiara, dunque, la potenzialità investigativa del reale di un oggetto del genere. Una piattaforma così pensata permette il costante monitoraggio di attività che altrimenti non verrebbero ritenute degne di nota. Ma il ripetersi di determinate azioni è spia di serialità e questo induce a riflettere non solo sui rischi effettivi o sul fatto accaduto, ma permette di intercettare i pericoli del futuro. Perché i reati del domani non è detto che oggi appaiano tali.
Questo quanto emerge dai diversi interventi della serata, tra i quali assume carattere paradigmatico quello di Giuseppina Mancuso. Da Responsabile Audit Italia Leroy Merlin, accetta la sfida di Ulisse. Nel 2008, in Italia, Leroy Merlin acquista i punti vendita di Castorama: la raccolta di informazioni di 47 negozi non è impresa facile. «Su un semplice tablò avere in tempo reale dati puntuali rispetto a situazioni specifiche che avvengono nei negozi è per noi sicuramente un grande aiuto», riferisce la Mancuso inizialmente preoccupata di migliorare il suo operato non appesantendo quello dei suoi collaboratori.
Elisiana Fratocchi