Il Giubileo Straordinario della Misericordia è andato avanti da sé, con i suoi dogmi sacri, i riti, gli incontri di comunione, la sicurezza, l’accoglienza, le omelie, i controlli degli uomini armati, le commemorazioni, gli inviti a pregare, fino a domenica scorsa inclusa, quando si è giunti al termine delle celebrazioni giubilari con la chiusura della Porta Santa a San Pietro. Un’avventura straordinaria, suggellata da tempi di fede sull’onda della fraterna convivialità, non solo per la città di Roma e lo Stato Vaticano ma per il mondo intero, che non si è volta alla fase conclusiva. Il tempo della misericordia non è terminato nel serrare i battenti della Porta Santa. Il Giubileo Straordinario ha un lascito importante: La misericordia, infatti, non può essere una parentesi nella vita della Chiesa, ma costituisce la sua stessa esistenza, lo dichiara Papa Francesco nella lettera apostolica Misericordia et misera, resa pubblica ieri e con la quale chiude ufficialmente l’anno giubilare ma non ne spegne lo spirito cristiano.
Prima di andare avanti, senza impegno e senza lode, il ritaglio su questo Giubileo a mo’ di breve nota curiosa.
Ma che cos’è il Giubileo Straordinario della Misericordia? Il Giubileo Straordinario della Misericordia, proclamato da Papa Francesco con la bolla pontificia Misericordiae Vultus, è detto straordinario perché indetto e svolto in specifiche commemorazioni o in particolari momenti. Infatti, Il Vicario di Cristo ha dichiarato che il giubileo, ricorrente nel cinquantesimo della fine del Concilio Vaticano II, l’8 dicembre appunto, sarà dedicato alla misericordia. Il Giubileo è stato annunciato nel corso dell’omelia della Liturgia Penitenziale del 13 marzo 2015 dallo stesso pontefice. L’anno giubilare ha avuto inizio l’otto dicembre 2015 e si è concluso il 20 novembre 2016.
Prima dell’otto dicembre, come segno della vicinanza della Chiesa universale alla Repubblica Centrafricana, stremata dalle violenze della guerra civile, Papa Francesco, in occasione del suo viaggio apostolico in Africa, ha aperto la Porta Santa della Cattedrale di Notre-Dame di Bangui il 29 novembre, anticipando così l’inizio del giubileo straordinario. Con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano, come previsto per l’otto dicembre 2015, si è assistito all’eccezionalità della prima apertura della Porta Santa in presenza di due pontefici, il Papa Francesco, regnante, e Benedetto XVI, il Papa emerito. A seguire, le porte sante della Basilica di San Giovanni in Laterano e di tutte le cattedrali o santuari giubilari nelle altre diocesi del mondo, sono state aperte dai rispettivi vescovi, domenica 13 dicembre 2015.
Elementare annotazione sull’anno giubilare tra protagonisti e contesto. Il Giubileo Straordinario della Misericordia è stato un anno, di decisioni e di iniziative, che ha condotto per mano migliaia di persone, che ha abbracciato i bisognosi, i senzatetto, i cassaintegrati, i carcerati e sorretto gli sfiduciati, i precari, i disoccupati e aiutato i malati, i pensionati, le persone che sopravvivono, ai margini della povertà schiacciati da onestà e dignità.
Un lungo Anno Santo gravato da calamità naturali, disgrazie e lutti eccellenti, da crisi economiche, scandali finanziari e politici, da attentati e minacce terroristiche, dai drammi dell’immigrazione e dell’integrazione, da guerre e colpi di stato, miserrime traduzioni contemporanee di barbari atti incivili che non hanno risparmiato nessuno e niente, nemmeno – per citarne uno a caso – quello della statua dell’Elefante di Gian Lorenzo Bernini nella piazza romana della Minerva.
Un lungo Anno Santo che ha visto sbocciare nuove leggi a tutela di un mondo che cambia, nuove norme per la salvaguardia ambientale della Terra, nuove scoperte scientifiche per combattere cancro e malattie invalidanti, nuove medaglie alle olimpiadi e alle paraolimpiadi di Rio de Janeiro in Brasile, nuove sfide agli Europei di calcio in Francia, nuova sindaca di Roma e nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. Accanto a tutto ciò, ci sono altri momenti.
Nessuno dimenticherà, per esempio, il 24 aprile scorso, quando circa 100 mila giovani, provenienti da tutta Italia e dall’estero, soprattutto da Spagna, Francia e Belgio, hanno accolto Papa Francesco in piazza San Pietro, per la messa di chiusura del Giubileo dei ragazzi e delle ragazze. Nessuno dei ragazzi e delle ragazze vicini e presenti, nessuno dei ragazzi e delle ragazze lontani spettatori, scorderà lo sguardo determinato e buono di Papa Francesco colto nello scandire l’avvertimento di cuore La vostra felicità non ha prezzo e non si commercia – e ha continuato – non è una app che si scarica sul telefonino: nemmeno la versione più aggiornata potrà aiutarvi a diventare liberi e grandi nell’amore. Nessuno dimenticherà le sue parole di perdono per i terroristi degli attentati in Europa, le parole di solidarietà per gli immigrati e le vittime dei barconi della speranza, le parole di sostegno per le donne vittime di violenza, le parole di affetto per i bambini esuli della guerra in Medioriente, le parole di pace per i capi religiosi, i sovrani e i capi di stato, le parole di conforto per le popolazioni terremotate del Centro Italia e il momento della scossa durante la sua visita nei luoghi del disastro.
E’ lunga la lista di quest’Anno Santo Straordinario della Misericordia appena conclusosi. Vale la pena di citare un altro evento, i Venerdì della Misericordia per esempio, che nessuno dimenticherà, nemmeno il Papa, il quale, in occasione della chiusura del Giubileo della misericordia – nel rilasciare un’intervista di 40 minuti, andata in onda alle ore 21.00 di domenica 20, a Tv2000 e InBlu Radio – ne racconta episodi e incontri. Ascolta ex prostitute, malati terminali e carcerati ogni settimana. Parla rattristato di una bellissima e giovanissima ragazza africana incinta, tolta dalla strada e dai suoi aguzzini e sfruttatori, che le racconta di aver partorito sul ciglio della strada al freddo e aver perso la bambina; ma parla anche della miseria degli aguzzini e di coloro che per soddisfare un bisogno sessuale aiutano senza saperlo il proliferare degli sfruttatori di queste ragazze costrette a prostituirsi sotto minacce e bastonate. Papa Francesco ricorda la visita ai malati terminali. Papa Francesco ricorda anche una mamma incontrata in un reparto maternità che piangeva tantissimo accanto ai suoi due gemelli; aveva perso il terzo. Questo aveva fatto riflettere il Papa su quello che rappresenta il dono della vita e all’abitudine di mandare via i bambini prima della nascita. Un crimine orrendo, un peccato gravissimo. E quella mamma che ne aveva due, non si consolava perché le era morto il terzo.
Ma Papa Francesco scrive che non si deve smettere di credere nella forza che scaturisce dalla grazia divina e Niente di quanto un peccatore pentito pone dinanzi alla misericordia di Dio può rimanere senza l’abbraccio del suo perdono. È per questo motivo che nessuno di noi può porre condizioni alla misericordia. Concretamente e nei fatti, quindi, il Pontefice, nella lettera apostolica Misericordia et misera, precisa e fa si che continueranno il loro servizio i missionari della misericordia, sarà concesso a tutti i preti la facoltà di assolvere il peccato di aborto – come è stato durante l’Anno Santo -, saranno riconosciute, come in regola e legittime, le assoluzioni impartite dai preti lefebvriani – i sacerdoti della comunità fondata da Marcel Levebvre -, e infine sarà istituita la Giornata mondiale dei poveri. Obiettivi e scelte maturate per questa società che cambia, soluzioni che aprono al perdono e all’abbraccio misericordioso, che non condividono il peccato, ma accettano il pentimento e spronano all’accoglienza dei cuori pentiti e alla loro riconciliazione con Dio, abbattendo quegli ostacoli che non possono essere interposti dall’uomo fra gli esseri viventi e il loro Padre.
L’anno giubilare in numeri? Dopo le parole e i fatti, il Giubileo Straordinario della Misericordia, si attesta anche in cifre, un anno straordinario, con bilancio tutto attivo e in salita, come dichiara, su Famiglia Cristiana, il responsabile del Vaticano per l’Anno Santo, Monsignor Rino Fisichella sostenendo che hanno partecipato al Giubileo qui in Roma 21.292.926 pellegrini. Il gruppo più numeroso è quello Italiano, seguono i pellegrini di lingua Tedesca, quindi i pellegrini provenienti dagli Usa; sono ben 156 i Paesi rappresentati a Roma dai pellegrini.
La novità delle Porte Sante aperte in tutto il mondo, e la diffusione delle Diocesi, ha fatto si che ad attraversarla siano stati – afferma ancora Monsignor Fisichella – oltre 900-950 milioni di fedeli in tutto il mondo. A livello globale, quindi, si parla di una partecipazione media stimata tra il 56% ed il 62% della popolazione cattolica complessiva, una forchetta tra i 700 e gli 850 milioni di fedeli passati sotto la porta santa dall’8 Dicembre 2015 al mese di Novembre 2016, aggiungendo anche quelle delle Diocesi, dei luoghi sacri e santuari nel mondo. Proprio a quest’ultimi va la nota di Monsignor Fisichella, il quale ribadisce, che hanno registrato un’affluenza media di 3 milioni di fedeli; ad esempio il santuario di Cracovia è stato meta di pellegrinaggio per 5 milioni di cattolici; il santuario di Santiago de Compostela ha battuto il record del 2010 di affluenza; il santuario di Guadalupe ha visto la presenza di circa 22 milioni di pellegrini.
Monsignor Fisichella, continua poi, con Il sito realizzato in sette lingue ha permesso di ricevere visite oltre i 6.523.000; le visualizzazioni delle pagine sono state oltre 16.220.000; le azioni nel sito oltre 11.800.000; le ricerche oltre le 32.300 mentre il download oltre 1.524.000. Gli iscritti al sito sono stati oltre gli 8 milioni, ed ha citato ad esempio anche degli eventi con eccezionali JLike e condivisioni.
E parlando di forze dell’ordine, sicurezza, istituzioni e di volontari, dopo averli ringraziati per impegno e sacrifici, il responsabile dell’Anno Santo, prosegue e conclude, con l’elenco delle cifre del volontariato sono stati 4.000, di cui 1.800 del Smom al servizio sanitario nelle 4 Basiliche Papali; sono giunti da 36 Paesi diversi; il più anziano, un signore di 84 anni mentre il più giovane di 18.
Maria Anna Chimenti