Espressione della società dei nostri tempi, mai come in questi giorni, la competizione elettorale a ridosso della data del Referendum Costituzionale confermativo è un’estenuante attacco e difesa degli opposti fronti e delle giustificazioni del NO e del SI con ogni mezzo e su qualsiasi medium. I toni della polemica, di fatto, non si sono mai abbassati in questi lunghi mesi e, ad oggi, la bagarre è sempre più accesa.
E’ noto a tutti che il referendum riguarderà disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione. E’ noto a tutti il quesito riportato sulle schede: Approvate il testo della legge costituzionale concernente «Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione» approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016? Sono note a tutti le profezie sui possibili scenari creati dall’eventuale vittoria del SI e dall’eventuale vittoria del NO. Istituzioni, mezzi di comunicazione e professionisti dell’informazione, anche se non è semplice, stanno cercando di mettere alla portata di tutti, senza fronzoli e ghirigori tecnici e burocratici, le motivazioni dei fronti che si sono creati per la competizione elettorale in questione, a prescindere dallo scontro aggressivo che spesso inficia appelli e confronti.
Senza togliere importanza a quello detto finora e non trattando le molteplici varianti per far aderire al voto a favore del Fronte del SI o a quello del Fronte del NO, sarebbe un’alternativa trovare un altro aspetto su cui concentrarsi. Naturalmente, occorrerebbe, in primis, il parere di un esperto per fare una breve premessa sul fenomeno a cui, volenti o dolenti, si assiste. Detto ciò, da persone attente, se si osserva l’avvenimento in questione, il dibattito elettorale referendario, questo, a colpo d’occhio, presenta, senza remore e luoghi, appelli e confronti delle coalizioni in competizione, i quali si inseguono sul filo del rasoio di legalità e pettegolezzo, dimenticando molte volte per strada sovranità popolare, ragion di stato e bene comune pur di avere l’ultima scheda nell’urna a favore. Quindi, la situazione di questo momento di scelta popolare, è lo specchio dell’attuale concorrenza politica 4.0 con la policroma miriade di testimonial, opinioni e battibecchi? Si o No? AAA competenti di settore ed eccellenze della ricerca cercasi.
Nell’attesa, si metta pure un punto a capo per evidenziare l’estratto di una parte della definizione di referendum su una pagina web del Ministero dell’Interno Il concetto moderno di referendum è, secondo il vocabolario della lingua italiana Devoto-Oli, quello di un appello, autorizzato e regolato dalla legge, al corpo elettorale perché si pronunci su singole questioni o più particolarmente, sulla struttura essenziale dello Stato o del governo, in quest’ultimo caso con significato riconducibile a plebiscito. (…) Nel referendum confermativo, detto anche costituzionale o sospensivo, si prescinde dal quorum, ossia si procede al conteggio dei voti validamente espressi indipendentemente se abbia partecipato o meno alla consultazione la maggioranza degli aventi diritto, a differenza pertanto da quanto avviene nel referendum abrogativo. (…). Definizione che non separiamo dall’articolo 48 della Costituzione che decreta, nel suo secondo comma, quel che segue Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
A questo punto, con i piedi per terra, cogliendo solo qualche esempio, nella vasta rassegna di coloro che sono pro e contro le modifiche referendarie e che contribuiscono a mantenere accesa la campagna per l’importante appuntamento del prossimo 4 dicembre, ecco il Presidente Emerito Giorgio Napolitano sedersi nel salotto di Bruno Vespa, la sera del 21 novembre, e schierarsi con il SI dichiarando di essere favorevole a questa riforma, anche se è il frutto di una discussione, di una competizione in Parlamento, e continua spiegando il perché della sua adesione alla riforma, E sono convinto che essa consenta al nostro Paese, al nostro sistema democratico, alle nostre istituzioni, di fare un grosso passo in avanti rispetto a quello che non ha funzionato, anche in questi ultimi anni. Ilaria D’Amico, giornalista sportiva, vuole cambiare il sistema e difende e sostiene le ragioni del SI nel video su twitter. E a questo punto scatta l’intervento di Matteo Salvini che replica twittando quale esponente del NO.
Su you tube, il filmato dell’attrice Franca Valeri e, le immagini postume del compianto oncologo Umberto Veronesi pubblicate il 21 luglio scorso, spiegano il perché della volontà a votare SI. Non mancano artisti e sportivi famosi che fanno capolino dal sito web del SI, per dichiarare il loro consenso. La coalizione del NO, non è da meno. Anna Oxa, vota NO: dal video su you tube legge articoli della Costituzione e incita a non andare a votare ascoltando gli altri, devi essere tu a decidere cosa vuoi per te. Non devi leggerla tutta, per capire se sono le persone orrende o la Costituzione. Beppe Grillo e il M5S, dal canto loro, si abbandonano in un viaggio per la penisola e su twitter mandano in onda i toni alti della loro polemica con #iodicono e i filmati di quando c’era Berlusconi che voleva cambiare la Costituzione.
Contemporaneamente – dopo le 241 modifiche approvate dalla Commissione Bilancio nella giornata di ieri – nell’Aula di Montecitorio, la Camera, oggi, a fronte di 348 sì e 144 contrari, ha approvato la fiducia sulla Legge di bilancio 2017 posta dal governo; il voto finale è atteso lunedì 28 novembre.
Nel frattempo, contesi dalla stampa e dalla radio, all’ombra della rivalità referendaria, scoppiano gli scandali, colpendo qua e là, nessuno escluso, tra rappresentanti del Si e rappresentanti del No, e si sciolgono intese partitiche, giornalistiche e culturali, quasi seguendo le regole di una tacita e parallela par condicio per gossip politico.
In questa babele comunicativa e informativa, anche la vecchia e cara tv ha il suo ruolo, occupa un posto di rilievo per il notevole target di casalinghe e over50 che riesce a raggiungere, garantendosi, nonostante il nuovo mediatico che avanza, la sua fetta per la discussione politica.
La scelta è sulla stessa giornata di due palinsesti a caso. Su La7, mercoledì, tre giorni fa, al programma de LaGabbiaOpen, condotto da Gianluigi Paragone, l’avvocato Anna Falcone, esponente di un’organizzazione civica e non politica – NOReferendum modifiche costituzionali comitato per il NO – in collegamento esterno, e Dario Nardella sindaco di Firenze, esponente del PD e per il SI, in studio, si sfidano in un duello televisivo su come e dove fare la riduzione dei costi senza stravolgere la Costituzione.
Porta a Porta in prima serata, su RAI1, il 23 novembre scorso, con la seconda puntata di SI o NO? Speciale Referendum, ha visto, sotto lo sguardo vigile del conduttore Bruno Vespa e nel segno della par condicio, i paladini dei due schieramenti – il Premier Matteo Renzi, il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e Flavio Tosi di Fare Insieme, uniti a difesa del Sì; Angelo D’Attorre di Sinistra Italiana, il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, la Fondatrice e Segretario di Fratelli D’Italia Giorgia Meloni, schierati a favore del No – fronteggiarsi per lo stesso tempo: 63.57 minuti di ragioni dedicati al NO e 64 minuti di logiche dedicati al SI.
Una battaglia senza frontiere. L’apice dello scontro è stato raggiunto diverse volte fra i protagonisti, un momento molto duro per esempio, c’è stato verso la conclusione del confronto televisivo, fra l’on. Giorgia Meloni e il premier Matteo Renzi sulle liste bloccate – quindi sulle leggi elettorali, su Porcellum e su Italicum – che ha avuto degli strascichi anche fuori onda.
Davanti a questo agonismo esagitato ed esagerato che conquista gli spazi dell’agorà in nome della democrazia per espugnare consenso, di fronte a questa lotta da trincea mediatica che bombarda civili e forze politiche, che fa la gente?
Il popolo italiano ascolta e cerca di capire quello che gli si tenta di spiegare. Qualcuno s’incavola al bar e per le strade, altri s’infuriano su facebook, alcuni si proclamano condottieri senza macchia e senza paura di questa o quell’altra fazione su twitter. Poco o niente su Instagram.
Ovunque fa eco SI o NO? Vado a votare? SI o NO? Che vado a votare? SI o NO? E accanto alla serietà, l’ironia impazza.
Ma, serietà e ironia palesano domande. Questa competizione senza freni, che si nutre di scandali e colpi bassi senza esclusione, potrebbe essere fattore determinante di confusione nella maggior parte del corpo elettorale, in Italia e all’estero? Questa bagarre illimitata, potrebbe decidere sull’insicurezza di ogni cittadino italiano votante? Questo mercato politico in cui si profilano nel corso delle giornate, di ora in ora, speculazioni da ribassi e rialzi di titoli partitici pubblici e di azioni associative private e spontanee, potrebbe aumentare il tasso d’interesse nell’elettore innescando lo stimolo alla partecipazione attiva e diretta? Questa gara all’ultima adesione, potrebbe essere, altresì, la causa scatenante che crea repulsione al voto e favorisce l’astensionismo da una parte e il voto di protesta dall’altra, allontanando da quello che è il principio della consultazione elettorale vera e propria, ovvero il voto del cittadino validamente espresso? (Piccola postilla. Per voto validamente espresso s’intende solo la pura manifestazione di democrazia, quella nel rispetto delle norme civili e legali, nel principio del suffragio universale, quindi anche nel rispetto della conoscenza e del proprio sentire e volere.) La risposta, giusta o sbagliata che sia, potrebbe essere ostica e sibillina. Ma la risposta non spetta a chi scrive. In parte spetta a chi legge. La risposta reale e di peso sarà quella che giungerà dai seggi, all’indomani del suffragio referendario.
Maria Anna Chimenti