Dopo il rifiuto della Curia romana di celebrare riti funebri in onore dell’ex ufficiale delle Ss, oggi il Sindaco di Roma ha di fatto negato la sepoltura nel territorio comunale. Il rischio è che la tomba possa costituirsi in luogo di culto.
E’ morto solo da due giorni, eppure l’ex ufficiale delle Ss Erich Priebke continua a non dar pace. Dopo infatti i rifiuti della chiesa, della Prefettura, e poi anche dell’Argentina, oggi è stato il turno del sindaco di Roma, Ignazio Marino, a confermare il proprio dissenso ad ogni forma di celebrazione funebre all’ex esecutore dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.
Dopo che nella giornata di ieri il Vicariato di Roma si è pronunciato con il divieto di celebrare in onore dell’ex ufficiale riti funebri da compiersi in una chiesa della Curia, appellandosi ad una norma del diritto canonico che prevede l’esclusione dal sacramento per i “grandissimi peccatori”, oggi anche il sindaco di Roma ha voluto esporsi ufficialmente, negando di fatto a Erich Priebke la sepoltura all’interno del territorio comunale.
Così infatti ha dichiarato Marino:”Sono in costante contatto con il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, a cui ho chiesto di negare, con tutti gli strumenti a nostra disposizione, la possibilità di negare la sepoltura di Erich Priebke nel territorio comunale per ragioni di sicurezza e ordine pubblico oltre che di opportunità.”. Già poche ore dopo la morte dell’ex ufficiale sono comparsi, nei pressi della sua casa in zona Boccea, fiori e scritte inneggianti al suo nome e su Facebook, riferiscono alcuni, sarebbe nata una pagina in cui si dà anche un appuntamento per una non ben precisata mobilitazione di militanza.
Una volontà quella di Marino che tuttavia potrebbe incontrare qualche difficoltà nella sua applicazione: l’ordinamento giuridico non consente un rifiuto, infatti, in materia di sepoltura di soggetti deceduti all’interno di un determinato perimetro territoriale. A tal riguardo così dichiara il sindaco ad un giornalista di SkyTg24:”il sindaco può rivolgersi, se ha preoccupazione per l’ordine pubblico, al prefetto e un’ordinanza del prefetto vince su qualunque altra normativa. Io credo che il prefetto stia valutando in queste ore la nostra proposta di negare la sepoltura.” Come lo stesso Marino afferma in seguito” Roma è città anti-fascista e anti-nazista, città medaglia della Resistenza, e non può accettare uno schiaffo alla sua storia e alla sua comunità cittadina, tanto profondamente toccate da episodi tragici e violenti commessi dallo stesso Priebke.” Il diniego della Curia e del Comune di prestare il fianco all’ex ufficiale delle Ss ha trovato la piena soddisfazione della comunità ebraica, qui rappresentata dalle parole del rabbino Riccardo Pacifici:” La decisione presa dal Vaticano è unica nella storia. Credo lasci il segno di non rimanere indifferenti davanti alle tragedie.” e poi aggiunge, “I funerali a Roma sarebbero uno sfregio al dolore delle persone con ferite non ancora rimarginate. Un plauso alle forze dell’ordine e al Sindaco Marino che hanno interpretato il sentimento di sgomento di una comunità.”
Sul caso internazionale che sta montando intorno alla sepoltura dell’ex ufficiale tedesco, Pacifici suggerisce che la miglior soluzione sarebbe un ritorno della salma in Argentina, paese che per molti anni l’ha ospitato. Senonché anche l’Argentina fa sapere, in una nota ufficiale del Ministero degli Esteri, “di non accettare alcuna misura che consenta l’ingresso dei resti del criminale nazista Erich Priebke in Argentina“.
Accettare o meno la sepoltura di una personalità come quella di Priebke non è cosa infatti di poco conto: il rischio che si corre è che la tomba divenga luogo di pellegrinaggio, così come è stato per altri personaggi nella storia, grandi e molto meno grandi.
di Marco Caffarello
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