E’ scomparso a Roma, dopo una malattia tanto grave quanto crudelmente improvvisa, e dal breve decorso, Giorgio Leone, storico dell’arte in servizio al Polo Museale Romano di Piazza Venezia ( già Sovrintendenza ai Beni Culturali, settore Patrimonio Storico, Artistico e Demo- etno-antropologico) di Roma. Nativo di Rossano Calabro, Leone era anche Direttore della Galleria Nazionale di Palazzo Corsini: era giunto a Roma nel 2002, chiamato dall’allora Sovrintendente Rossella Vodret, che da anni aveva avuto modo di conoscerlo e apprezzarne le doti umane e professionali.
Un po’, diremmo, come Bruno Contardi, lo storico dell’arte romano chiamato improvvisamente, alla fine del ‘900, a reggere la Sovrintendenza B.A.S. di Milano (poi stroncato, a soli 47 anni, da un infarto), Giorgio s’era inserito, lottando con tenacia per farsi strada, nel difficile ambiente professionale d’una città che non era la sua, facendosi apprezzare come profondo conoscitore dell’arte del ‘600 ( e non solo), e capace organizzatore. Autore di vari saggi critici, collaboratore anche di Vittorio Sgarbi,tornava spesso in Calabria, per incontri culturali e per insegnare Storia dell’arte agli studenti dell’ Unical. Della sua Calabria, infatti, Leone era davvero innamorato, al punto di conoscerne, diremmo, quasi ogni pietra: specialista di Mattia Preti, il “Caravaggio meridionale”, piu’ in generale s’era battuto da meridionalista convinto, per la difesa del patrimonio etnico-linguistico-culturale, e religioso, del Sud, contro il vento livellatore e massificante. Di recente, aveva fatto parte anche del Comitato Scientifico della Diocesi di Rossano-Cariati: per i festeggiamenti del ritorno a Rossano del “Codex Purpures Rossanensis” (luglio 2016), dopo tre anni di lavori volti a riportare al suo vero splendore il prezioso Evangelario bizantino (Patrimonio dell’Unesco).
“Ricordiamo, con grande tristezza, un amico e una persona speciale, che ha dato molto alla cultura calabrese e non solo. La sua prematura scomparsa lascia un vuoto incolmabile in tutti noi”, ha detto lo storico dell’arte Franco Filareto, sindaco emerito di Rossano. ” Una persona umile, generosa… che ha contribuito alla crescita culturale del nostro territorio, grazie ai suoi numerosi studi, dedicati anche all’icona dell’Achiropita; valorizzando il ricco patrimonio monumentale e religioso” di Rossano.
Chi scrive ha perso un collega di grande valore e dai modi fraterni, conosciuto nel comune lavoro al Polo Museale Romano. “Come i salmoni, che faticosamente risalgono la corrente sino a tornare alla sorgente”, ha detto, nell’ omelia funebre, Padre Roberto, parroco di Santa Teresa d’Avila a Corso Italia, “probabilmente ora Roberto ha deciso di risalire a Dio,sorgente stessa della bellezza”. Ciao, Giorgio: salutami Maurizio Marini, Mattia Preti, i due Michelangeli ( Buonarroti e Merisi…). Buone, appassionate discussioni!
Fabrizio Federici