Il posteggio della propria automobile in seconda fila sono costati ad un sessantenne di Torre Maura una denuncia del vicino e la condanna agli arresti per sessanta giorni. Il reato contestato è quello della ‘violenza privata’. Data l’impossibilità di sentire dell’uomo, la condanna è stata al momento sospesa in attesa di nuove indagini
di Marco Caffarello
Autisti di Roma, si cambia. Se fino ad oggi il posteggio in seconda fila della propria autovettura poteva costare anche una salata sanzione amministrativa, la decurtazione dei punti della patente ed ovviamente una serie di imprecazioni da parte di qualche autista rimasto bloccato dalla scellerata manovra, ora si rischia niente di poco meno che gli arresti. E’ successo ad uomo di circa sessanta anni residente in via Pietro Belon, a Torre Maura, che nella notte del 10 ottobre 2008, non sapendo dove lasciare la propria Volkswagen Golf, ha deciso bene di lasciarla in seconda fila davanti alla macchina del suo vicino, proprietario di una Fiat Punto. Sennonché l’indomani il vicino si è recato alla buon ora, intorno alle 6:30 del mattino, a prendere la propria automobile per andare al lavoro, e da qui iniziano i guai. Nonostante, infatti, i ripetuti colpi di clacson, grida, urla e persino la presa a calci della porta di casa del proprietario della Golf, nulla cambia per oltre un’ora e più. Il signore in questione è infatti sordo ad un orecchio e nell’altro porta l’apparecchio, una condizione fisica che in quanto tale gli ha impedito di sentire ciò che stava accadendo sotto casa sua. Riferiscono le fonti che solo quando il vicino si è presentato davanti la casa dell’uomo prendendola a calci e pugni, quest’ultimo si è reso conto della situazione. Ma era già troppo tardi: il proprietario della Fiat Punto aveva deciso infatti di andare a lavoro con il proprio scooter e nell’incrociare lo ‘sventurato’ accorso sotto casa gli avrebbe giurato ‘vendetta’. Vendetta infatti consumata, perchè pochi giorni dopo l’accaduto il proprietario della Golf è stato denunciato alle autorità e infine, compiuto l’iter giudiziario, condannato a sessanta giorni di reclusione detentiva per aver commesso il reato di ‘violenza privata‘, oltre al risarcimento dei danni procurati per un equivalente di duemila euro. Nonostante infatti l’uomo abbia cercato di difendersi adducendo l’impossibilità di sentire, il tribunale non ha voluto sentire ragioni, paragonando la sua azione a quella di una ‘violenza privata’. E’ degli ultimi giorni tuttavia la notizia secondo la quale la condanna sarebbe stata sospesa in attesa di ulteriori indagini.