Il 2016 verrà ricordato come un anno in cui il cinema italiano ha tirato fuori prodotti di cui si sentiva veramente la mancanza. Erano diversi anni che non si assisteva ad un’ondata così prolifica di prodotti nostrani sul grande schermo, film diversi dal solito, con attori che hanno dato prova del fatto che il cinema italiano non è morto come si sente dire spesso ma, al contrario, è in grandissima ripresa. La pazza gioia, Perfetti sconosciuti, Quo Vado, Veloce come il vento, ma anche outsider come Piuma, Fiore, Fuocoammare e Fai bei sogni hanno non solo raggiunto ottimi risultati al botteghino – chi più chi meno, ovviamente, ma hanno confermato che fare film diversi, film che non guardino solamente al botteghino, ma anche a contenuti che possano durare nel tempo, non è un’utopia. Fatta eccezione per il nuovo film di Checco Zalone, ai cui numeri di biglietti staccati siamo ormai abituati, anche se ogni anno è una conferma in più, tutti gli altri si presentavano come scommesse, e come tutte le scommesse che si rispettino il successo non era assicurato ma, una volta raggiunto, ha dato ancora più soddisfazione. Sono prodotti che toccano generi diversissimi fra di loro, attirano target di pubblico che spesso sono molto distanti gli uni dagli altri, eppure tutti hanno raggiunto i loro scopi.
Piuma e Fiore hanno fatto conoscere al pubblico degli attori giovani dalle potenzialità enormi, trattando temi importanti come la
gravidanza in età adolescenziale e il carcere giovanile senza banalizzarli, presentandoli con efficacia e delicatezza. Fuocoammare, oltre ad essere stato candidato agli Oscar per l’Italia, ha fatto conoscere la realtà dei migranti andando bene a fondo ad una questione fin troppo spinosa. Perfetti sconosciuti e Veloce come il vento, forti di due cast eccezionali, hanno ristrutturato e modernizzato la struttura narrativa tipica dei film italiani, creando prodotti completamente nuovi.
Ovviamente non è tutt’oro quello che luccica. Come ogni anno, alcuni prodotti mirati esclusivamente a raggiungere risultati migliori possibili al botteghino, senza curarsi troppo di trama e personaggi, non sono mancati. Il crollo finale è avvenuto proprio in dirittura d’arrivo con l’abbuffata a dir poco imbarazzante di cinepanettoni difficilmente vicini a una sceneggiatura logica e presentabile, i quali, dopo anni di dominio incontrastato nel periodo natalizio, stanno subendo un netto calo. Di contro, per il tradizionale periodo cinematografico sotto le feste, molti critici cinematografici hanno puntato le loro speranze per una rush finale entusiasmante, su uno dei personaggi più di tendenza del panorama italiano, Alessandro Siani.
Scommessa praticamente vinta, visto che l’artista napoletano, con il suo Mister Felicità, sta sbancando su ogni fronte.
Una risposta positiva che vede la commedia di Siani in testa al box office (con un aumento del 67%) guadagnando altri 3 milioni 179 mila euro per un totale di 7 milioni 150 mila. Alta anche la media-sala, 5.739 euro su 554 schermi. Siani batte tre “notevoli” nuove uscite. Al secondo posto c’è il cartoon Sing che guadagna 2 milioni 914 mila euro nel week end e 3 milioni 728 mila nei 5 giorni di programmazione totale.
Oggi, con la promozione Cinema2Days, è previsto un boom memorabile che sancirà il film di Siani, come uno dei più prolifici di quest’anno per ciò che concerne il pubblico in sala.
Fra Zalone e Siani, moderni cavalieri di film che puntano sì al risultato economico, non facendo però mancare i giusti contenuti, e una nuova direzione intrapresa dal cinema nostrano anche a livello di costruzione narrativa – direzione di cui già negli anni passati si era avuta qualche avvisaglia, con Lo chiamavano Jeeg Robot e Smetto quando voglio – si può davvero ben sperare per il futuro del cinema italiano.
Andrea Ardone