ROMA – Il salvataggio di Alitalia è a rischio, nonostante il piano che le banche e il governo avevano predisposto. Air France ha svalutato la propria quota del 25 per cento, azzerando così la sua partecipazione nella compagnia di bandiera italiana.
Ieri, durante il consiglio di amministrazione, Colaninno ha contestato le decisioni di Air France, degli istituti di credito e soprattutto dell’ad Gabriele Del Torchio, che aveva poco prima presentato una prospettiva a tinte fosche, allineandosi con le posizioni di Parigi e paventando il pericolo che la manovra da 500 milioni poteva non essere sufficiente.
Al termine delle polemiche, il presidente Roberto Colannino ha dichiarato: « Dopo aver sostenuto la ricapitalizzazione di Alitalia, annuncio che, al termine delle operazioni ad essa relative, quando le mie dimissioni verranno formalizzate insieme a quelle di tutto il Cda, non sarò disponibile ad assumere nuovamente incarichi di vertice nella società. Mi sono impegnato nel salvataggio di Alitalia come imprenditore, dedicando il massimo impegno personale e l’impegno di capitale attraverso il Gruppo Immsi di cui detengo la maggioranza. Rimarrò un importante azionista di Alitalia, certo di contribuire nella carica di consigliere di amministrazione, al consolidamento futuro del rilancio della società. Ho lavorato contemporaneamente allo sviluppo di un grande Gruppo come Piaggio, alla difficile ristrutturazione del Gruppo Intermarine-Rodriquez, e al lancio di un grande investimento turistico-immobiliare a Is Molas. Le aziende del Gruppo Immsi danno lavoro a oltre 8.500 dipendenti nel mondo, 4.500 dei quali in Italia. L’impegno profuso in Alitalia in questi anni ha contribuito al cambiamento industriale e strategico della Compagnia e ha consentito di sviluppare rapporti positivi con Air France, uno dei più grandi gruppi mondiali nel settore dell’aviazione civile. Questi anni hanno visto Alitalia misurarsi con la più grande crisi economico-finanziaria mai verificatasi prima. La Compagnia raggiungerà nel 2014, in linea con il piano, quella maturazione della gestione che mi rende fiducioso nel conseguimento di risultati positivi grazie all’opera di riorganizzazione iniziata nel 2009. La compagnia, che ha visto in questi anni l’avvicendarsi di tre amministratori delegati, ha dovuto anche affrontare fortissimi momenti di pressione competitiva in un mercato nazionale e internazionale deregolamentato, difficilmente immaginabili per qualsiasi altro settore industriale. Desidero ritornare a concentrarmi sulle attività industriali del Gruppo Immsi ritenendo, anche alla luce dei profondi cambiamenti globali in corso, di aver portato a termine l’impegno profuso in questi anni in Alitalia nel ruolo di Presidente. Sono sicuro di aver contribuito, in coerenza con la passione imprenditoriale e con l’etica che mi hanno sempre accompagnato nei miei numerosi anni di lavoro, e al massimo delle mie possibilità fisiche ed economiche, a questo grande processo di salvataggio di una grande impresa italiana. Tutto questo assieme a tutti gli azionisti e a tutti gli uomini e le donne di Alitalia che, in questi anni, hanno con me condiviso momenti difficili, di ansia, ma anche di grande soddisfazione. E per questo li ringrazio».
Ernesto De Benedictis