ROMA – Il nome del ministro della Giustizia è venuto alla luce nelle intercettazioni sull’inchiesta di Torino riguardante il caso Fonsai. Anna Maria Cancellieri, amica della famiglia Ligresti, si interessò personalmente sulle condizioni di salute della detenuta eccellente Giulia Ligresti.
La Cancellieri non nega il coinvolgimento e afferma, in una lettera inviata ai Capigruppo di Camera e Senato: “Ho sensibilizzato il Dap perché venisse fatto quanto di loro competenza per la tutela della salute dei carcerati. E’ stato solo un intervento doveroso finalizzato ad impedire eventuali gesti autolesivi. Tutti voi conoscete l’attenzione e l’impegno che fin dal primo giorno del mio mandato ministeriale ho riservato alle condizioni in cui versano i detenuti; condizioni che, troppo spesso, hanno portato, specialmente le persone più vulnerabili, a compiere scelte estreme. Nel caso di Giulia Ligresti, avverto l’esigenza di precisare il senso e i limiti del mio intervento. Non appena avuta conoscenza, per via diretta, delle condizioni psicofisiche della ragazza era mio dovere trasferire questa notizia agli organi competenti dell’Amministrazione Penitenziaria per invitarli a porre in essere gli interventi tesi ad impedire eventuali gesti autolesivi. Mi sono comportata, peraltro, nello stesso modo quando sono pervenute al mio Ufficio segnalazioni, da chiunque inoltrate, che manifestassero preoccupazioni circa le condizioni sullo stato psicofisico di persone in stato di detenzione. Intervenire è compito del ministro della Giustizia. Non farlo sarebbe colpevole e si configurerebbe come una grave omissione. Non c’è stata, quindi, né poteva esserci alcuna interferenza con le decisioni degli Organi giudiziari. Nella mia comunicazione al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, non vi è stato nel modo più assoluto, come ampiamente dimostrato, alcun riferimento a possibili iniziative finalizzate alla eventuale scarcerazione della Ligresti. Naturalmente sono pronta a riferire in Parlamento, ove richiesta, per poter dare ogni chiarimento che si rendesse necessario”.
Danilo Leva, responsabile Giustizia del Pd ha dichiarato: “Si tratta di una vicenda estremamente delicata su cui è necessario garantire la massima trasparenza. Bisogna chiarire per fugare ogni dubbio che possano esistere detenuti di serie A e di serie B”.
Mentre il vicepresidente della commissione Giustizia della Camera del M5S, Alfonso Bonafede ha annunciato che sono pronti a presentare una mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia se non ci sarà un chiarimento immediato sulla vicenda.
Ernesto De Benedictis