Si allarga l’inchiesta delle baby squillo ai Parioli. Nuovi clienti identificati. L’ipotesi degli inquirenti ora è che il giro delle minorenni sia più grande. Setacciati i tabulati emergono nuovi particolari dello sfruttamento
Lo sapevamo: il destino dell’inchiesta sulle ‘baby squillo‘ non era certamente quello di chiudersi a breve. Rispetto ieri già dieci sono i clienti identificati, ed ora è al vaglio degli inquirenti l’ipotesi che il giro delle minorenni coinvolte, possa essere più grande di quello che si ritiene. Un’ipotesi nata dall’intercettazione di un sms di uno degli arrestati, il militare de L’Aquila Nunzio Pizzaccalla, il quale avrebbe riferito alla più piccola delle due ragazze dell’appartamento ai Parioli il suo desiderio di volersi incontrare con altre delle loro compagne di scuola. In un messaggio infatti Pizzacalla scrive chiaramente alla minorenne:”Fammi sapere per la ragazza, perché quando vengo a Roma voglio divertirmi, posso anche farla lavorare con te». Il sospetto è dunque ora che il giro delle ‘squillo’ possa essere più grande e che altre ragazze possano essere cadute nella rete. In un altro sms il militare scrive ancora:”Mi ha chiamato il signore di oggi, gli hai dato buca, lo sto facendo uscire con un’altra ragazza, c’è rimasto male» Se l’ipotesi della partecipazione di altre minorenni fosse confermata, particolarmente grave si farebbe a questo punto la posizione giuridica della più piccola, la quattordicenne, agli atti colei su cui ricade la responsabilità di aver trascinato nel losco giro la sua compagna più grande. Emergono, inoltre, nuovi particolari agghiaccianti: c’era chi per trascorrere un weekend con le ragazze avrebbe pagato anche cinquemila euro. E’ di ora la trasmissione degli atti da parte dei Carabinieri di via In Selci al Tribunale di Roma che valuterà dunque tutte le posizioni raccolte, dalle ragazze alla madre della più piccola, dagli adescatori ai clienti sin qui identificati. Dai tabulati i Carabinieri cercheranno di risalire all’identificazione di possibili nuovi clienti e, sopratutto, cercheranno di capire se i clienti fin qui identificati abbiano a loro volta segnalato le minorenni ad altri loro amici; in questo caso la loro posizione si aggraverebbe ulteriormente, perchè oltre all’accusa di sfruttamento della prostituzione minorile, penderebbe sul loro capo anche l’accusa di istigazione alla prostituzione. Per comprendere il giro dei clienti nel via vai ai Parioli particolarmente ‘interessanti’ sono per gli inquirenti le deposizioni di uno degli arrestati, Mirko Ieni, disoccupato, che nella giornata del 10 ottobre sarebbe stato filmato mentre trattava con un uomo poi in seguito identificato. Spiega per la stampa il gip Maddalena Cipriani :”Gli investigatori che controllano l’appartamento ai Parioli vedono arrivare un taxi, scende una delle due minori, dal palazzo esce Mirko Ieni che paga, e rientra con la studentessa nel portone .Dove poco prima gli agenti avevano notato entrare un uomo che dopo aver parcheggiato su viale Parioli la propria Fiat Panda e dopo essersi intrattenuto in auto a fare talune telefonate era entrato al civico oggetto del controllo. L’uomo, un cliente poi identificato, aveva chiamato la studentessa al cellulare per prendere accordi sulle tariffe, dai 150, ai 300 euro”. Dal canto loro i clienti, che ora rischiano una pena da uno ai sei anni di reclusione, continuano a difendersi sostenendo di non essere a conoscenza della minore età delle ragazze.“Sembravano professioniste, si comportavano come tali. Insomma, se avessi capito di trovarmi davanti a due ragazzine, avrei bussato altrove”. Sarà, ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte, si sa.