La Regione Lazio cambia volto: più trasparenza nella scelta dei dirigenti e nuove politiche di rilancio economico. In atto la selezione dei prossimi dirigenti della Sanità. Duro l’affondo dell’ex Presidente Storace che parla di ‘presa di potere’ da parte della sinistra
E’ in atto alla Regione Lazio un vero ‘tour de force’ per dare all’amministrazione della sanità un nuovo volto. Com’è noto da tempo, la Regione è una delle cinque realtà territoriali regionali ad essere commissariata per ragioni di dissesto finanziario, una realtà che ha imposto alla nuova giunta un necessario cambio di rotta nelle politiche sin qui adottate anche per ciò che riguarda la ‘trasparenza’ delle scelte fatte e della classe dirigente preposta alla gestione. Non a caso solo pochi giorni fa, il 31 ottobre, sono stati pubblicati dal sito della Regione i nomi dei 581 candidati che hanno soddisfatto i requisiti richiesti dal bando di concorso. La procedura concorsuale prevede due distinte fasi: un questionario informatico attraverso il quale il candidato dimostri le sue capacità e competenze di gestione, ed una seconda consistente in un colloquio conoscitivo difronte la commissione incaricata per la valutazione, da cui poi verrà annunciata la ‘short list‘ di soli 50 candidati per l’ultima e definitiva selezione dei dirigenti della sanità regionale. Grande la soddisfazione del Presidente di Regione Nicola Zingaretti che così commenta:” Abbiamo intrapreso un percorso innovativo e trasparente, a partire dal merito: la scelta ricadrà tra una rosa di nomi di persone capaci di affrontare al meglio le complessità del nostro sistema sanitario, che sta attraversando un radicale processo di riorganizzazione e deve fare i conti con i vincoli del piano di rientro”. La scelta della nuova classe dirigente rappresenta l’occasione anche per fare il punto dello stato attuale, com’è noto, certamente non florido dal punto di vista della prosperità economica delle casse, né per le ‘capacità’ amministrative sin qui dimostrate. Così, infatti, prosegue Zingaretti:”Il problema é il cattivo patto tra la cattiva economia e la cattiva politica: la Regione vista come corpo da sbranare. Il mio compito è quello di incoraggiare la Regione a rinnovarsi; non solo governare ma lavorare perché l’Italia possa riprendersi e crescere con un ricambio generazionale. Ma l’Italia si riprenderà quando i sistemi locali troveranno una via d’uscita dalla crisi.”Cinque i punti essenziali nel nuovo corso: Liberare risorse e investimenti, fare spazio a una nuova economia, rilanciare il turismo, investire sul valore delle persone, innovare i servizi. Se Zingaretti mostra grande soddisfazione, di tutt’altro parere l’opposizione, qui rappresentata dalle parole dell’ex Presidente di Regione Francesco Storace, attualmente Vicepresidente del Consiglio, che non manca di parlare di ‘presa di potere’ da parte della giunta, nonché di ulteriore spreco delle risorse. Queste, infatti, le parole rilasciate da Storace nella giornata di ieri su ‘Il giornale d’Italia’ e sul sito del partito:”La sanità e’ roba loro e nessuno si deve azzardare a fiatare. E non hanno alcuna intenzione di uscire dal commissariamento del settore alla regione Lazio. Anzi, per evitare di tornare in ordinaria amministrazione, gettano dalla finestra i quattrini “extragettito” e li danno a Ignazio Marino per i debiti del trasporto pubblico locale romano. Tolgono i soldi dell’Irap alle imprese da Latina a Viterbo, aumentano l’Irpef per lavoratori e pensionati da Frosinone a Rieti a tutta la provincia capitolina per foraggiare i megastipendi della dirigenza chiamata a governare i bus dell’Atac. E tanti sperperi ormai conosciuti in decenni di amministrazione comunale.” Sotto accusa, quindi, il ‘patto’ tra Regione Lazio e Comune di Roma per il trasferimento di parte delle plusvalenze del gettito dell’Irpef nell’amministrazione e gestione del trasporto pubblico dell’urbe, una realtà interpretato dal Leader del movimento di destra come un vero e proprio ‘sopruso’:”Solo con questo baratto a scatole cinesi – Zingaretti da’ i soldi in più a Marino, i ministri tacciono, il commissariamento della sanità non finisce, i controlli in consiglio regionale diventano impossibili – la sinistra è nelle condizioni di fare come gli pare. O meglio, quella sinistra che nella maggioranza e’ nel cerchio magico del presidente della Regione.Non si spiega altrimenti quello che è avvenuto alla Pisana nell’ultima seduta di consiglio regionale, che poca eco ha avuto sui quotidiani. In pratica, il centrosinistra ha detto alla giunta Zingaretti: siccome la regione deve dare soldi al Campidoglio per il trasporto pubblico locale, prendili tranquillamente dalla sanità, settore per il quale è stata inasprita la pressione fiscale regionale. Sono piovuti dalle tasche dei cittadini tra i cento e i centoquaranta milioni in più di gettito e anziché mettere a posto qualche ospedale in attesa delle mitiche Case della Salute oppure alleggerire il debito sanitario esistente, i quattrini li danno al sindaco spogliarellista di Roma (è la promessa che il sindaco di Roma ha fatto modello Ferilli se i giallorossi dovessero aggiudicarsi lo scudetto)” Insomma ciò contesta Storace è il trasferimento delle risorse della Regione ai servizi di competenza del Comune, come quello dei trasporti, una politica ‘ingiustificabile’ per l’ex Presidente di Regione, tanto più se l’ente vive, come fa, un periodo di dissesto finanziario. Tanto meglio sarebbe per il Leader della Destra un serio piano industriale di risanamento dell’Atac per evitare nuovi sperperi.