Torna in auge l’ipotesi del suicidio dopo il sopralluogo nella casa di Simona del pubblico ministero. Secondi alcuni dei suoi amici, la ragazza soffriva di depressione
Colpo di scena nel fitto giallo di via Urbisaglia. Prende quota l’ipotesi del suicidio dopo il sopralluogo di stamane nella casa di Simona Riso del pubblico ministero Attilio Pisani. Dopo l’ipotesi di omicidio volontario per la quale la Procura di Roma ha esposto anche una denuncia ad ignoti, l’ipotesi del suicidio torna in auge sia per la natura delle fratture riportate dalla ragazza, una costola rotta e il bacino fratturato, che farebbero pensare ad una caduta da alte quote, sia per la testimonianza rilasciata agli inquirenti da parte di alcuni degli amici e compagni di Simona che sostengono come la giovane di San Calogero soffrisse di depressione da tempo. Nella stanza di Simona sono stati infatti trovati ansiolitici e antidepressivi, tant’è che è stato richiesto dalla procura anche un esame tossicologico della ventottenne. Gli elementi raccolti con il sopralluogo di stamane invitano, dunque, a riconsiderare l’ipotesi del suicidio, sebbene, riferiscono le autorità, non rimanga neppure molto chiaro se poi Simona si sia voluta gettare nel vuoto intenzionalmente, o magari lanciata da qualcun altro.Neppure le registrazioni video, ed in particolare quelle comprese nell’arco di tempo che va dalle 4:30 alle 7:00, ora nella quale la ventottenne fu trovata nel cortile, offrono al momento significativi elementi per dare una svolta alle indagini: le due telecamere disposte nei pressi del cortile di via Urbisaglia, in via Gallia e in via Iberia, non hanno infatti fin’ora fornito nulla di incidente. E’ ovvio che prima di affondare nella ricerca di un possibile assassino di Simona, possibilità infatti non scartata dagli inquirenti, si debba accertare ogni ipotesi che la giovane di San Calogero sia ricorsa al suicidio. Ipotesi, tuttavia, del tutto scartata dal fratello, Nicola Riso, che continua a ripetere l’impossibilità di un simile gesto della sorella e a sottolineare come sia stata trovata con la maglia alzata, segno di un tentativo di violenza o, comunque, di aggressione. La stessa Simone avrebbe, infatti, riferito agli infermieri che la trasportavano al Pronto Soccorso dell’ospedale San Giovanni di “essere stata violentata”. Un vero rebus di cui ci si augura una rapida soluzione.