Una mostra fotografica nata da un progetto dell’UNICEF finanziato dal Governo italiano, volto a dotare un selezionato gruppo di giovani, vittime di guerra e sopravvissute ad atti di violenza di genere, di uno strumento espressivo e di un approccio al mondo del lavoro, attraverso un laboratorio di tecniche fotografiche.
Un passo verso la rinascita sul dolore, la guerra e la condizione di sfollate
Nel mese di agosto del 2014 oltre 400000 componenti della comunità yazida hanno dovuto abbandonare le loro case mentre Daesh conquistava, devastandole, ampie estensioni di territorio iracheno. Molti di loro sono stati fatti prigionieri e giustiziati, migliaia di donne e bambini sono stati ridotti in schiavitù. Chi è riuscito a fuggire si è rifugiato sulle montagne di Sinjar, per poi raggiungere i campi profughi della regione del Kurdistan iracheno.
Il campo profughi di Khanke – il luogo dove sono ospitate le ragazze autrici delle fotografie e da cui provengono gli scatti – ospita quasi tremila famiglie, fuggite dalla provincia irachena di Ninive. Nonostante il trauma e gli orrori a cui ha assistito, la comunità yazida ha dimostrato caparbietà e una grande capacità di reagire, di cui la mostra fotografica è un toccante esempio.
Fotografie di Manal Barakat, Zina Hassan, Klood Khedada, Samia Jendo, Bushra Qasim, Khawla Shamo
Iniziativa a cura del Ministero della Difesa in collaborazione con MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo.
Corner D – ingresso libero