È una versione nuova e personale quella di Emanuele Conte e Elisa D’Andrea, che si sono cimentati nella riscrittura della celeberrima opera shakespeariana. Il capolavoro, che di per sé si presta alla lettura molteplice e moderna, viene rispettato nella trama e negli ingredienti fondamentali. Quindi niente paura per i devoti al drammaturgo: ci saranno fate e folletti, ci saranno Titania, Oberon e i quattro amanti. Ci sarà anche l’amore. Quello degli adolescenti; quello che ci rende dannati e perduti un giorno e il successivo appare come un ricordo vago, un sogno appunto.
Resta da scoprire l’atmosfera in cui tutto ciò sarà realizzato. Sull’onirico possiamo scommettere. Per il resto, si possono ipotizzare scenari tetri e magici, assecondando le suggestioni della fantasia di fronte alla scrittura di un incubo. D’altra parte tutto avviene nella notte di mezza estate: per gli anglosassoni coevi di Shakespeare si tratta di una data identificabile nel solstizio d’estate legato a temi e miti atavici, uniti a quelli cristiani nella festa di San Giovanni.
La regia di Conte premia decisamente l’aspetto sentimentale e sensuale della questione, ponendo un forte accento sulla problematicità che da ogni tipo di rapporto amoroso scaturisce. Né sarà trascurata l’importanza che il bardo accorda al gioco del teatro di per sé: la dimensione metateatrale sarà conservata ed esaltata. La compagnia basterebbe a garantire la buona riuscita dello spettacolo. Il Teatro della Tosse di Genova oltre a contare su attori brillanti sembra particolarmente votato alla lavorazione dell’onirico.
Elisiana Fratocchi