“Siamo molto contenti della posizione costruttiva e dialogante assunta dall’Italia nei confronti dei nostri Paesi d’origine: con la Tunisia, in particolare, in occasione della visita a Roma, dell’8-9 febbraio, del Presidente Beji Caid Essebsi (la prima ufficiale d’ un Capo di Stato tunisino dalla rivoluzione del 2011), è stata ribadita l’importanza del dialogo, ai fini della conoscenza reciproca, e del comune impegno dei due Paesi nel combattere l’immigrazione irregolare, col suo grave carico di violenze nei confronti di bambini e donne”. E’ il commento del Prof. Foad Aodi, fisiatra, Presidente di Co-mai( Comunità del Mondo Arabo in Italia), AMS (Associazione Medici di origine Straniera in Italia) e movimento internazionale “Uniti per Unire”: realtà ora tutte unite, insieme a numerose altre, nella CILI-Italia, Confederazione Internazionale Laica Inter religiosa . Nell’agenda dei colloqui tra il presidente tunisino e il premier Gentiloni, sono stati affrontati temi cruciali come: la lotta congiunta all’immigrazione irregolare; la cooperazione culturale e accademica (con un programma di borse di studio e scambi); l’energia da fonti rinnovabili; la cooperazione allo sviluppo; la firma di sei accordi di cooperazione in vari settori (turismo, sanità, cooperazione allo sviluppo, energia, cultura, ricerca ed istruzione).
“Il nostro appoggio – prosegue Aodi – a quest’intesa italo-tunisina s’era già manifestato sin dall’inizio del nostro impegno a favore dei ponti coi nostri Paesi di origine: e testimoniato dalla nostra partecipazione al congresso in Tunisia (circa due anni fa) coi ministri per l’Immigrazione dei Paesi del Maghreb, organizzato dalla Lega Araba, sezione Tunisia, contro l’ immigrazione irregolare. Non che l’autunno scorso, per la visita d’una delegazione di medici tunisini al Centro culturale tunisino di Via Cupa a Roma, e alla sede della ASL Rm 4 di Civitavecchia; ora è fondamentale che la collaborazione fra Italia e Paesi del Maghreb prosegui, a salvaguardia della sovranità d’ogni Paese, ma anche della lotta a tutti i Muri, quelli già esistenti e quelli preannunciati, in questi giorni, da Donald Trump. Ribadiamo, inoltre, la nostra disponibilità a proseguire la collaborazione col Governo italiano e le altre istituzioni, nelle politiche di integrazione degli immigrati e del dialogo inter religioso, pilastri fondamentali per combattere le strumentalizzazioni sulla pelle degli immigrati e la guerra alle religioni: promuovendo iniziative coraggiose sul piano internazionale, come #Cristianinmoschea, che, organizzata dalle nostre associazioni, in tutta Italia, l’11 e 12 settembre scorso, ha ribadito la maturità, la consapevolezza e la disponibilità al dialogo tra le stesse comunità e associazioni d’ origine straniera, le istituzioni italiane, il mondo cattolico e, il mondo musulmano, il mondo arabo ed quello laico. Contributo, questo, i cui effetti son stati importanti, probabilmente, anche per la firma, pochi giorni fa, del “Patto nazionale per un Islam italiano” tra Ministero dell’Interno e associazioni islamiche in Italia, atteso da anni: patto comprendente vari punti ( albo nazionale degli imam, sermone del venerdì da tenersi in italiano, no alle moschee e agli imam “fai da te”) che da tempo eran stati sollevati e presentati, proprio da Co-mai e Uniti per Unire, al Sottosegretario del Ministero degli interni, Domenico Manzione, in un incontro congiunto presso il Viminale. Per tutto questo lavoro, ringraziamo anche il Dr. Khalil Altoubat, consigliere diplomatico di Co-mai e Uniti per Unire, impegnatosi a presentare le nostre proposte in qualità di membro del Consiglio per le relazioni con l’Islam del Viminale; e ringraziamo tutte le comunità e associazioni di musulmani in questo Paese che stanno attuando una grande svolta a favore dell’unità del mondo musulmano in Italia, indipendentemente dai vari Paesi d’ origine o ideologie politiche andando oltre le divisioni: insieme anche a convertiti e laici, per l’interesse dell’Italia e l’integrazione degli stessi musulmani qui e in Europa”. “L’unico modo per combattere seriamente l’immigrazione irregolare alla fonte – aggiunge appunto Khalil Altoubat – è concludere accordi coi Paesi del Mediterraneo (Libia, Tunisia, Marocco, ecc…): proprio la linea che sta portando avanti il ministro dell’Interno, Marco Minniti, con la quale concordiamo pienamente”.