Dopo l’inchiesta sugli studenti pendolari di Trenitalia che ogni giorno sono costretti a vivere una vera e propria odissea, questa volta PaeseRoma.it si occupa dei giovani pendolari fruitori della compagnia di trasporti laziale – Cotral Spa – dando voce ai numerosi studenti che tutte le mattine si recano all’università di Tor Vergata da varie province della Ciociaria.
Viaggiano ogni giorno, da anni ormai e per loro i disagi sono di routine, dovuti soprattutto a un numero troppo elevato di passeggeri per poche vetture: «viaggio con Cotral ormai da sette anni, i disagi ci sono sempre stati ma nell’ultimo periodo sono diventati insostenibili. Posti sempre in piedi, autobus insufficienti, sedili sporchi, riscaldamento troppo alto o troppo basso e a fine giornata arrivo sempre stremata», cosi la 27enne Manuela, stedentessa di giurisprudenza a Tor Vergata racconta a PaeseRoma.it.
Molti ragazzi come Angelo, studente 25enne di di ingegneria, nonostante «prendo il pullman tre ore prima della lezione, molto spesso arrivo tardi o addirittura sono costretto a saltarla.Per quello che riguarda la comodità dei sedili è meglio non esprimersi perché ci sono autobus dove mancano addirittura i sedili e il riscaldamento sembra funzionare al contrario». E non è tutto: «viaggio spesso su sedili rotti e sporchi, oppure bagnati perché ci sono delle infiltrazioni d’acqua o che tremano così da offrirti incluso nel biglietto un massaggio alquanto fastidioso. Inoltre in alcune fasce orarie capita di dover viaggiare in piedi o di dover aspettare la vettura successiva che nel migliore dei casi non arriva prima di trenta minuti», questa è la situazione per Marco, 25enne, studente di ingegneria; ma anche per Daniela – sua collega di facoltà – i disagi ci sono ogni giorno e «ho notato che il riscaldamento su questi autobus di vent’anni fa funziona al contrario: aria condizionata nei periodi freddi e aria calda in estate».
Tutto questo però passa in secondo piano visto che «il problema principale della Cotral è quello di non offrirti il servizio che paghi, cioè quello di portarti a Roma a un orario stabilito. L’autobus che ogni mattina fa lo stesso identico percorso dal capolinea alle fermate è puntualmente pieno già a metà del tragitto. Il dramma si riporopone sempre, perché tutto il carico di studenti e lavoratori pendolari deve attendere dai 30 ai 60 minuti che arrivi un secondo pullman, intanto il primo attende immobile con il motore acceso con tanto di spreco di carburante pagato da noi», queste le parole di Stefano D., studente di giurisprudenza.
I problemi maggiori sulla compagnia trasporti del Lazio per Francesco S., 25 anni, medicina e chirurgia, sono imputabili all’organico «basterebbe rinnovare i pullman e usarne di più visto che ci sono molti autisti pagati senza lavorare. Insomma paghiamo uno sproposito per un servizio che peggio di così non si può» e lui stesso testimonia il fatto che molto spesso i problemi non si limitano solo ai veicoli, perchè ci si è trovati in «situazioni pericolose che hanno messo a rischio la nostra incolumità come nel caso della settimana scorsa durante una corsa Roma-Frosinone, dove si è rotto il pullman e siamo stati fermati dalla polizia in autostrada perché usciva del fumo dalla parte posteriore del bipiano sul quale viaggiavamo. Siamo scesi tutti in una paizzola di sosta sull’autostrada in attesa di un altro autobus; il primo è arrivato 2 ore dopo e ha potuto far salire solo una parte delle persone, così gli altri hanno dovuto aspettare ancora l’arrivo di un altro pullman. È stata davvero un’impresa riuscire ad arrivare sano e salvo a casa. E l’altro giorno su un bipiano si è pure rotto uno dei doppi vetri ed è caduto in autostrada».
Altri episodi invece, hanno qualcosa di paradossale, come per Marco C., al quale è capitato che «il pullman si fermasse in autostrada perché era rimasto senza benzina; un mio amico invece ha avuto la sfortuna di essere il passeggero di un autobus a cui è esploso uno pneumatico in autostrada».
Chiara Ferrante