A conclusione di tanti anni di attività, i responsabili della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra (PCAS) hanno reso noto alla stampa e al pubblico i risultati conseguiti, dedicando una presentazione il 19 novembre 2013 nella Basilica di S. Silvestro sulla via Salaria, intitolata: “Priscilla: catacombe in luce”.
Priscilla
La conferenza è iniziata con il saluto del moderatore Padre Ciro Benedettini, vice direttore della Sala Stampa Vaticana, che ha sottolineato, al termine dell’Anno della Fede, l’importanza delle catacombecristiane per i pellegrini moderni perché sono la testimonianza di Fede.
Dopo il saluto, ha preso la parola Sua Eminenza Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente PCAS, che dopo aver ringraziato tutti i responsabili del PCAS che hanno reso possibile questo progetto, ha rivelato la sua passione per gli studi archeologici, ricordando una massima di A. Dumas: “L’archeologia è l’aristocrazia dell’umanità”.
Il Prof. Bisconti illustra i materiali scultorei restaurati a Monsignor Ravasi
Il segretario del PCAS, Monsignor Giovanni Carrù, ha esposto l’ultima documentazione, spiegando le nuove pitture scoperte nel Cubicolo di Lazzaro e il restauro della Basilica di S. Silvestro.
Questa basilica si compone di due ambienti, uno propriamente dedicato al culto e l’altro utilizzato in passato come deposito dei materiali scultorei antichi rinvenuti nel corso degli scavi intrapresi da Giovanni Battista de Rossi nel 1890 e da Orazio Marucchi nel 1906. Oltre 700 frammenti di sarcofagi provenienti dalla necropoli che in epoca tardo imperiale si estendeva in questo tratto della Via Salaria Nova, sono stati accuratamente restaurati. Nel corso di tale operazione è stato possibile ricostituire l’unità di numerosi sarcofagi. I rilevanti risultati dell’attività di restauro, illustrati durante la conferenza dalla dottoressa Barbara Mazzei, hanno suggerito alla PCAS l’opportunità di valorizzare una così notevole testimonianza della scultura funeraria della tarda antichità in una vera e propria esposizione museale, secondo i più aggiornati criteri didattico-espositivi. Al fine di evidenziare la natura archeologica dello spazio espositivo, si è deciso di riportare in luce le strutture funerarie che in modo sistematico e intensivo occupavano la pavimentazione della basilica, a testimonianza dell’uso antico di seppellirsi in prossimità delle tombe venerate dei martiri e dei pontefici che riposavano nel complesso priscilliano.
Presentazione del Cubicolo di Lazzaro
Il professore Fabrizio Bisconti, sovritendente PCAS, ha relazionato sui restauri del Cubicolo di Lazzaro. Questo ambiente, nel cimitero sotterraneo non lontano della basilica papale, è l’ultimo di una serie di interventi conservativi nel cimitero di Priscilla, il cui patrimonio pittorico è stato, nell’ultimo ventennio, completamente recuperato. Nel cuore delle catacombe di Priscilla, il piccolo cubicolo affrescato e noto sin dai primi anni del ’900, mostrava un degrado che non permetteva di leggerne il programma decorativo. Attraverso l’uso del laser sono tornate alla luce una scena relativa alla resurrezione di Lazzaro e una teoria, che vede un’anziana defunta orante in clipeo, affiancata da Pietro e Paolo, che presentano una coppia di defunti. Ai margini, due figure in tunica e pallio candidi, che possono rappresentare i martiri Felice e Filippo, che la tradizione agiografica considera figli della martire Felicita e che erano sepolti nella basilica di S. Silvestro, nel sopratterra delle catacombe. I nuovi affreschi vanno riferiti allo scorcio del IV sec. d.C., non lontano dal pontificato di Damaso (366-384 d.C.), il papa che dedicò un epigramma, oggi perduto, ai due martiri della Via Salaria Nova.
Il cubicolo di Lazzaro
Al termine della relazione del Bisconti, la dottoressa Mazzei ha presentato il nuovo sito del museo: http://mupris.net
Infine, il fecondo recente incontro con i responsabili di Google Italia ha portato ad inserire le catacombe della Salaria nel programma Google Maps, in cui sarà possibile ammirare il complesso priscilliano nell’apposita sezione Views Priscilla.
Al termine della conferenza, si è tenuta la visita della catacomba con la dottoressa Raffaella Giuliani.
di Alessandro Abrignani