È un’immersione intensa ed estremamente coinvolgente nei percorsi dell’animo umano quella che Giovanna Breccia propone nel suo ultimo romanzo Il destino. La prosa raffinata e fluida, intessuta di richiami classici e filosofici torna mirabilmente a fondersi in quest’opera con l’esperienza professionale dell’autrice, psicologa e psicoterapeuta, offrendoci un penetrante percorso introspettivo.
Il destino di Giovanna Breccia, edito da Italia Semplice, verrà presentato sabato 4 marzo alle ore 17,30 presso il MICRO Arti Visive, di Viale Mazzini 1 a Roma. Un evento organizzato in collaborazione con Paese Roma.
Giovanna Breccia vive e lavora a Roma dove esercita la professione di psicoterapeuta. Laureatasi in Lettere classiche, Filosofia ed in seguito in Psicologia, specializzatasi nelle più importanti correnti della psicoterapia contemporanea, nel 1991 ha fondato l’Istituto “Andreia” volto ad attività clinica, formazione e ricerca e ha promosso un nuovo indirizzo nella psicoterapia contemporanea denominato “Psicoterapia analitica integrale”. Dal 1994 è docente presso la scuola di specializzazione in psicoterapia cognitivo-comportamentale “Istituto Skinner” di Roma. Oltre al saggio edito sulla rivista Contributi di storia della filosofia (Edizioni dell’Ateneo), ha all’attivo altre pubblicazioni: la prima edizione di Frammenti inquieti dell’Io (Borla 1992), la seconda edizione della stessa opera (Città del sole 2015), la raccolta di racconti Un uomo normale-variazioni su tema (Teseo 2003). Ha inoltre collaborato con Luca Canali al libro Ognuno soffre la sua ombra (Bompiani 2003).
Ne Il destino, una donna, una “Lei”, colta a metà del suo tragitto di vita, si rifugia in un luogo solitario, dal quale, attraverso un dialogo serrato con se stessa inizia un lungo e travagliato percorso interiore che la condurrà al riconoscimento degli autentici principi che costituiscono “il destino” dell’individuo, quel progetto esistenziale connaturato nel patrimonio bio-psichico di ogni vivente fin dal suo concepimento.
La narrazione in prima persona stabilisce sin da subito un legame profondo, intimo, tra la protagonista e il lettore, mentre l’assenza dei nomi propri – una costante nei romanzi dell’autrice, salvo rare eccezioni – intensifica e potenzia quella valenza “universale” che invita ogni individuo a porsi costanti interrogativi.
Dagli icastici ritratti che l’autrice dedica ai personaggi che popolano il romanzo emergono le debolezze, le ipocrisie e i vizi degli esseri umani. Ad essi si contrappongono i brani dedicati alla natura che, libera dai condizionamenti, accompagna e guida la protagonista verso quella “metamorfosi” che la porterà alla liberazione.