Famiglia. Acli: Basta alibi, è tempo di concretezza con la famiglia.
«Ci auguriamo sia giunto finalmente per le famiglie il tempo della concretezza. Non ci sono più alibi, nemmeno la crisi: investire sulla famiglia significa investire sullo sviluppo del Paese».
Lo afferma il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero nella giornata di inaugurazione, a Milano, della Conferenza nazionale della Famiglia. «Siamo stanchi di annunci e promesse. Il quadro delle proposte è sufficientemente chiaro. Sappiamo ormai cosa fare. Non resta che farlo».
In vista della Conferenza sulla Famiglia le Acli hanno predisposto un documento (Famiglia, laboratorio quotidiano di cittadinanza attiva) che esprime il punto di vista dell’associazione e sintetizza le principali proposte. Le parole chiave sono: «cittadinanza, inclusione sociale, protagonismo».
Le Acli chiedono «un sistema integrato di welfare che ponga al centro la famiglia», «politiche integrate e mirate che superino la logica emergenziale e assistenziale e diventino un welfare promozionale, a misura di famiglia, non più basato su interventi frammentati e di carattere locale».
Gli obiettivi delle Acli: contrastare la povertà delle famiglie, sostenere il formarsi dei nuovi nuclei familiari, rendere conciliabili le esigenze di lavoro con le responsabilità genitoriali, favorire il processo di integrazione e inclusione sociale delle famiglie immigrate, riconoscere la soggettività fiscale delle famiglie, restituire alla famiglia il suo ruolo di «prima cellula educativa»: «laboratorio quotidiano per la ricerca e il conseguimento del bene comune».
Tra le proposte: una nuova formulazione della social card destinata a tutte le famiglie povere residenti in Italia, comprese quelle degli immigrati; l’introduzione del quoziente familiare o del “Fattore famiglia” sviluppato dal Forum delle associazioni familiari.
Per il lavoro: agevolazioni fiscali per le aziende che favoriscono l’occupazione giovanile e femminile; innalzamento a sei mesi dell’astensione obbligatoria per maternità, portando l’indennità dall’80 al 100%; riconoscimento di un’indennità pari al 60% della retribuzione per il congedo volontario dei padri nei primi 2 mesi di vita del figlio; sviluppo dei servizi materno-infantili; detraibilità del costo del lavoro domestico.
Per l’educazione: investire sul cosiddetto “tempo libero” promovendo associazioni, sport, musica, oratori, valorizzando passioni e professioni educative.
Silvia Buffo