Difficilmente, nelle interviste e nelle recensioni che scrivo, mi lascio andare a commenti o a riflessioni personali, ma questa volta – data l’eccezionalità della persona e degli argomenti trattati – ho deciso di prendermi questa piccola libertà per raccontarvi come è nata questa chiacchierata che mai avrei pensato si rivelasse cosi intensa e profonda.
L’idea ha preso forma in uno dei miei tanti viaggi quando, per ammazzare il tempo in attesa di un treno sempre in ritardo, in una delle librerie che affollano le nostre stazioni, il mio sguardo è caduto sulla copertina di un libro che ritraeva un personaggio dalla folta capigliatura, ribelle e un po’ disordinata: inutile dire che il personaggio in questione era Giovanni Allevi.
Pagina dopo pagina cresce in me una sensazione di vicinanza, quasi di familiarità. Si fa largo così l’idea di volerlo conoscere meglio e decido, senza molte aspettative, di contattarlo. Passa qualche tempo e, quando ormai non ci pensavo più, ricevo una mail di Allevi in persona che, scusandosi per il ritardo, mi dice che sarebbe stato felice di rilasciarmi un’intervista.
ALEX PIERRO