Di giorno in giorno, la Naturopatia riscuote maggiori consensi, sopratutto in ambito nutrizionale, in un momento di forte attenzione al biologico e all’impatto alimentare sul nostro organismo. Pertanto abbiamo intervistato un naturopata ceritificato, Michele Pentassuglia, docente di Bioterapia Nutrizionale a Roma, presso il centro di Medicina Naturale Applicata Vis Sanatrix Naturae, coautore del libro Il ruolo nutrizionale e terapeutico degli alimenti.
L’attenzione allo stile alimentare è oggi sempre più sentita e riscontrabile. Che ruolo ricopre la naturopatia in ambito nutrizionale?
Essendo una disciplina che si basa sulle scienze umane attraverso l’uso di metodi naturali favorisce la salute attraverso modalità di auto-guarigione. In ambito nutrizionale, il naturopata consiglia alimenti, ricette e abbinamenti in base ad un’analisi personale del paziente, valutandone la costituzione, lo stile di vita e la sua occupazione professionale, il sesso, l’età senza mai trascurare le sue preferenze alimentari. Lo scopo non è semplicemente quello di nutrire il corpo ma anche soddisfare, dal punto di vista psicologico, la mente e di conseguenza l’anima.
Perché è detta complementare?
Tutte le discipline non mediche che si occupano di prevenzione e servizi alla persona sono dette complementari, ciò significa anche che possono essere applicate verso qualsiasi tipo di caso anche patologico a patto che non vengano confusi i ruoli: il naturopata può collaborare con il medico ma mai sostituirlo. Il naturopata, che non è un medico, può operare in maniera autonoma o in maniera sinergica con le altre figure sanitarie specifiche come medici, psicologi, osteopati.
Nello specifico chi è il Naturopata? E quali sono i criteri secondo cui il paziente debba sceglierne uno certificato?
Il Naturopata è un professionista che opera nel campo della salute e della prevenzione, utilizza tecniche e discipline naturali e energetiche, consiglia rimedi salutistici e propone cambiamenti dello stile di vita, dell’alimentazione e delle relazioni con l’ambiente circostante. Inoltre pratica trattamenti manuali, che stimolano le capacità reattive della persona. Considera gli aspetti costituzionali, ambientali, lavorativi e sociali dell’individuo per favorire il raggiungimento dell’omeostasi.
Il Naturopata certificato è un professionista che si sottopone in maniera volontaria ad un esame scritto e uno orale, di fronte ad una commissione di parte terza, per conto di ACCREDIA, l’unico organismo nazionale autorizzato dallo Stato a svolgere attività di accreditamento. Al termine dell’esame, in caso di esito positivo, viene rilasciato un attestato di certificazione, che riconosce il professionista, in conformità alla norma UNI 11491 e alla legge n. 4, del 14/01/2013, che viene iscritto in un registro, pubblicato sul sito di ACCREDIA, al quale possono accedere tutti gli utenti. Non è obbligatorio, ma credo sia un buon metodo per conferire, a questa figura professionale, credibilità e tutela con la massima trasparenza.
Bioterapia Nutrizionale: di cosa parliamo esattamente?
Si tratta di un metodo fondato e sviluppato dalla Dottoressa Domenica Arcari Morini. La Bioterapia Nutrizionale® (termine coperto da Copyright) è un’originale e innovativa metodica terapeutica che permette, ove non vi siano accertate e indiscusse situazioni di non ritorno, di ripristinare, con metodi naturali, le normali funzioni fisiologiche di organi ed apparati, utilizzando il potere farmacologico dei singoli alimenti o di complesse associazioni di alimentari che, in sinergia, intervengano nelle più diverse condizioni di squilibrio o disfunzioni organiche.
Gli alimenti vengono scelti secondo le proprietà terapeutiche, come se fossero dei veri e propri rimedi medicinali. È pertanto fondamentale per il naturopata conoscere perfettamente le caratteristiche di ogni alimento, il loro “principio attivo”, gli elementi che lo costituiscono, la loro bio-disponibilità e il tipo di cofattori che ne permettono l’utilizzazione, tenendo sempre presente la costituzione del soggetto.
Seguire un’alimentazione di questo tipo educa a nutrirsi in modo corretto, aiuta a raggiungere un peso ideale e uno stato di benessere, che l’organismo riesce a mantenere nel tempo.
L’alimento è il primo attore di tutti i processi vitali: quando è deficitario, manipolato, non equilibrato rispetto alle esigenze quotidiane, l’organismo umano si trova sfornito di alcuni fattori e elementi essenziali per il corretto funzionamento, generando dapprima semplici disfunzioni e in seguito al costante persistere della condizione di carenza, anche qualcosa di più complesso.
Da dove cominciare in questo nuovo approccio educativo- alimentare?
Generalmente consiglio di mangiare frutta e verdura di stagione e scegliere alimenti freschi, dedicando alla cucina il giusto tempo. Il cibo è il “mondo esterno” che entra in contatto diretto con il nostro “mondo interno” tutti i giorni, anche tre volte al giorno! Credo sia fondamentale scegliere accuratamente la spesa alimentare, proprio come facciamo quando vogliamo comprare una borsa, un profumo o una moto.
Ci parli del suo passato da chef: quanto incide saper cucinare nell’ottimizzazione del proprio stile alimentare?
Da sempre ho dimostrato passione per la cucina, che mi ha spinto a intraprendere gli studi e la carriera da cuoco. Incontrando la dott. ssa Arcari- Morini capii l’importanza di conoscere anche l’aspetto terapeutico degli alimenti. Da allora ho deciso di unire le due passioni.
Saper cucinare è un aspetto fondamentale, direi al pari della scelta degli alimenti. Se abbiamo una materia prima di primissima qualità e la “trattiamo” in maniera sbagliata, non solo perderemo la possibilità di mangiare qualcosa di gradevole e appagante, ma probabilmente introdurremo nel nostro organismo qualcosa di alterato, povero di nutrienti e, magari, tossico.
Le faccio un esempio concreto. Parliamo un attimo della bottarga, ingrediente d’elite della cucina italiana, che come tutte le uova di pesce, è ricca di iodio, fosforo, proteine e lipidi insaturi, consigliata nei casi di deficit della libido o in situazioni in cui occorre un’intensa attività intellettuale, come per gli studenti sotto esame o in caso di anziani con problemi di demenza. Purtroppo, ho scoperto che moltissime persone, nel fare la pasta con bottarga, hanno l’abitudine di metterla a soffriggere nell’olio, il quale a causa dell’alta temperatura provoca una saturazione dei lipidi e rende il piatto sgradevole. Il mio consiglio è di aggiungerla alla fine, grattugiata e di mantecarla senza fiamma, con olio extravergine d’oliva e acqua di cottura. In questo caso tutti i principi nutritivi rimarranno intatti, biodisponibili e il piatto molto gustoso.
Se dovesse rivelarci dei veri e propri toccasana, quali alimenti consiglierebbe? E possibilmente di facile reperibilità.
Un altro alimento di questo periodo è il carciofo, in commercio se ne trovano molte varietà. Mangiato crudo, tagliato sottile, condito con olio, limone e prezzemolo apporta una grande quantità di ferro, biodisponibile. E’ un ottimo drenante epatico! Possiamo farlo trifolato, alla Giudia, lesso, panato in pastella, con la pasta o con il riso. Ogni preparazione avrà delle caratteristiche particolari. Infine la cicoria, ottima soluzione drenante e diuretica! Meglio ripassata ché lessa. Se viene strizzata bene dopo averla lessata e si ripassa per pochi minuti in padella con aglio, olio, diventerà più digeribile e legger, a a causa della riduzione di acqua che evapora durante il suo passaggio in padella, poi l’impatto con olio extravergine caldo stimolerà il lavoro del fegato, e l’aglio migliorerà la fluidità ematica. Infine il peperoncino messo a crudo, per preservare la vitamina C., favorirà l’attivazione del metabolismo.
Cosa si intende per associazioni mirate?
Il principio fondamentale è che bisogna sempre stimolare e sostenere le funzioni fisiologiche.
Ad esempio, se voglio mangiare una frittura, diciamo di pesce, lo possiamo fare a patto che avvenga in olio extravergine d’oliva e che il pesce sia fresco, oltre al fatto che vengano rispettate una serie di “regole” per fare un fritto non tossico, come ad esempio restare sempre sotto al punto di fumo, oppure non mischiare diverse varietà d’olio, ed evitare di mettere alimenti ghiacciati nell’olio. Ma tutto questo potrebbe non bastare. Infatti il pesce, ricco di iodio stimolerà la tiroide e smuoverà tossine; il fritto impegnerà il fegato, ma se non aggiungessimo delle verdure crude come una bella insalata di finocchio, indivia belga e ravanelli, non forniremmo al fegato l’acqua necessaria per svolgere al meglio la sua attività. Infine, poiché il fegato “lavora ad acqua e zucchero”, sarà opportuno aggiungere una frutta zuccherina per fornire energia, e una diuretica per favorire l’eliminazione di tossine. In questo periodo ci sono i mandarini.
Perché ricorrere alla Naturapatia?
Alimentarsi è indispensabile, allora perché non farlo con cura? Anche nei casi in cui, per motivi di lavoro o studio, si mangia spesso fuori, si può imparare a scegliere quelle soluzioni che consideriamo meno nocive e associarle in maniera consapevole.
Come supporto psicologico e riequilibrante cosa si può adoperare?
Come naturopata ricorro spesso all’uso dei Fiori di Bach. Devo ammettere che i risultati sono spesso migliori di ciò che si possa immaginare. La difficoltà nel proporre questo tipo di soluzione risiede, talvolta, nella diffidenza da parte di alcuni pazienti/clienti. Premesso che non vi è nessun tipo di effetto collaterale in caso di errore; quando il fiore viene dato in maniera corretta i benefici, di cui si avvale il paziente, saranno immediati. Per chi non li conoscesse, sono degli estratti di essenze vegetali, studiate dal Dottor Edward Bach, che stimolano la capacità di dominare gli stati d’animo negativi, dall’insicurezza alla timidezza, dalla gelosia alla paura. Si sente parlare spesso di effetto placebo, ma il risultato è che molte persone riferiscono di stare meglio.
Come possiamo orientarci fra le diete vegan- crudiste molto in voga in questo momento?
Non sempre condivido tutto ciò che mi viene chiesto. Nel caso del vegan, ad oggi, non sono ancora in grado di affermare con certezza se sia giusto o sbagliato. Mi limito a rispettare la scelta degli altri e stimo moltissimo chi sceglie questo percorso per motivi etici. Discorso lievemente diverso per i crudisti. Senza dubbio l’alimento crudo è quello che conserva maggiore vitalità e disintossica in maniera migliore. Consumare alimenti non “impoveriti” e “saccheggiati” dalle cotture attiva in modo sano il nostro organismo, l’unica cosa, che non mi trova pienamente d’accordo con questa filosofia, è la difficoltà di mangiare solo e sempre cose crude, intendo anche in termini di impegno. Dalla mia esperienza non tutte le persone riescono a privarsi di un buon piatto di pasta oppure non amano crearsi degli ostacoli che impediscano anche di svolgere una normale vita sociale. Mi spiego meglio, magari non possono andare a cena con gli amici perché non sono previste pietanze crude. Ripeto, comunque rispetto chiunque decida di farlo liberamente.
Cibo è salute! Significa imparare a scegliere, cucinare e associare gli alimenti in maniera funzionale realizzando uno schema ad personam che aiuta a ripristinare le funzioni fisiologiche, a ritrovare il peso forma, a stare meglio dal punto di vista fisico e mentale, senza negarsi il piacere di mangiare bene. Migliorare il proprio stile alimentare, naturalmente. Il mio ruolo innanzitutto è quello di ascoltare e poi rispettare le abitudini e le volontà del paziente.
Per saperne di più: info@michelepentassuglia.com
di Silvia Buffo