Tutti per uno, uniti. Cittadini e opposizioni del consiglio municipale del sesto municipio di Roma si sono dati appuntamento, domani 16 marzo in mattinata – presso la sala del consiglio municipale a le torri – per manifestare nuovamente in difesa del centro anziani di via Massa Silani, trasferito e inaugurato lo scorso anno al Casaletto della Collina della Pace. Luogo assegnato dalla precedente amministrazione comunale e municipale – giunta Scipioni – che aveva provveduto così a dare un luogo ricreativo ai cittadini anziani del quartiere.
Un tema caldo quello relativo al possibile ri-trasferimento del centro anziani “Pierini Emilio” accompagnato da tanta rabbia degli utenti che con cartelloni e cori, nei giorni scorsi hanno raggiunto la sala consiliare di viale Cambellotti: «Ci vogliono sfrattare ma non ci riusciranno – ha tuonato Carmela Moccia, vice presidente del centro anziani – abbiamo lottato per averlo, siamo disposti a dormire nei locali, ad occuparli».
Il movimento cinque stelle ha rispedito le accuse ai mittenti: «Non li abbiamo sfrattati perché quei locali non sono mai stati assegnati – ha spiegato la capogruppo Laura Arnetoli – la consegna delle chiavi fatta poco prima delle votazioni non è stata avallata dall’iter burocratico e dai documenti firmati dagli uffici, infatti, per il Municipio la sede del centro risulta ancora in via Massa Silani – ha concluso – gli uffici non hanno mai accettato le chiavi perché non esiste il trasferimento». Già si sono espressi in difesa dei cittadini i rappresentanti dei partiti Fdi e Pd, ma si aggiunge in queste ore anche la voce della Democrazia Cristiana, presente sul territorio e rappresentata da Andrea Sbardella, segretario romano del movimento, che precisa: «Perché anziché chiudere i centri anziani non chiudono qualche buca»?, seguito dal collega di Partito, segretario politico del Lazio, Claudio Lozzi, che afferma: «Accertiamo in ogni caso la condizione di agibilità reale dei nuovi locali individuati, ma accertiamo che questo possa migliorare davvero la condizione di quelle persone che verrebbero così spostate addirittura di chilometri».