Il teatro Eliseo probabilmente chiuderà i battenti. O meglio, ad oggi è dato per certo che alla fine della stagione teatrale in corso, uno dei più importanti teatri italiani sarà costretto a sospendere la sua attività. A dirlo è l’attuale direttore artistico della struttura, Luca Barbareschi, il quale aggiunge che le cause di tutto sono “l’inerzia delle istituzioni e le promesse eluse”. La notizia è di quelle brutte, in un momento in cui già altri teatri della capitale hanno subito una sorte simile, si veda ad esempio il teatro dell’Orologio, mostrando come a fronte delle molteplici potenzialità culturali di Roma ci si debba scontrare poi con la realtà dei fatti.
Le “promesse” a cui fa cenno Barbareschi sono quelle che, nel 2014, sono state stipulate fra l’attuale direzione del teatro ed il MiBACT, il Ministero delle attività culturali. Tre anni or sono, Barbareschi divenne il direttore artistico dell’Eliseo, che versava allora in condizioni economiche non propriamente ottimali, per usare un eufemismo. Da allora la struttura sembrava essere tornata ai fasti di un tempo, si è registrato un aumento degli abbonamenti numericamente molto positivo, ed anche a livello logistico ed organizzativo sembrava in grado di rivaleggiare con i
più rinomati teatri europei. Come è ovvio che sia, però, in un momento storico come questo, l’intervento statale per tenere in vita teatri e, più in generale, per sostenere la cultura tutta, è di fondamentale importanza, e proprio in tal senso vertevano gli accordi presi fra Barbareschi ed il Ministero di Franceschini. Accordi che, al momento, secondo il direttore artistico, sembrano giunti ad uno stallo. Senza il sostegno economico statale, il teatro non può andare avanti, ed è per questo che adesso le speranze sono tutte riposte in investitori privati di cui Barbareschi è alla ricerca, e che si spera possano annullare l’annuncio della chiusura perlomeno in tempo per la stesura della nuova stagione teatrale.
I tempi sono strettissimi e, al momento, le possibilità che si possa iniziare serenamente un nuovo percorso sono ridotte al lumicino. Un vero fulmine a ciel sereno questo, una notizia tanto brutale quanto inaspettata, tanto che nei mesi passati il silenzio delle istituzioni aveva fatto presagire un tranquillo passaggio dalla stagione teatrale ancora in corso a quella successiva, nessun campanello d’allarme era suonato, nessuna voce preoccupata si era alzata. L’iceberg che mette in serio pericolo la stabilità della nave è spuntato all’improvviso dalla nebbia e sembra ormai troppo tardi per virare. Vedremo come si evolverà la situazione, ma di certo è la speranza più forte è che all’Eliseo non debba toccare una sorte tanto infausta come è già toccata, per esempio, al teatro Valle.
Andrea Ardone