Alla fine le dimissioni sono arrivate. E il presidente grillino dell’VIII Municipio, Paolo Pace, si toglie la fascia bicolore e lascia la Garbatella senza governo. La decisione arriva dopo settimane concitate, in parte sofferte, in cui il Movimento 5 Stelle, nonostante l’interessamento del Campidoglio, non è riuscito a metter da parte i malumori e i dissensi. Alla base dello scontro, la riqualificazione degli ex Mercati generali all’Ostiense. Due fronti aperti all’interno della maggioranza: Paolo Pace con sei consiglieri intenti a portare avanti il progetto mentre altri 9 consiglieri “ortodossi” e più vicini alla corrente di Roberta Lombardi, invece, fortemente ostili.
Così, nonostante gli sforzi compiuti dal sindaco Raggi che aveva finanche inviato tre consiglieri capitolini – il capogruppo Paolo Ferrara, Maria Teresa Zotta e Pietro Calabrese – per cercare di far rientrare la crisi nei giorni scorsi, la bomba è deflagrata. Il presidente Pace alza i tacchi e se ne va. Ma prima si toglie qualche sasso dalle scarpe e in lunga nota spiega le proprie ragioni.
«Era impossibile continuare in queste condizioni – spiega Pace – con una maggioranza che si comportava costantemente da opposizione, controllando e criticando ogni atto della giunta prima ancora che venisse prodotto, effettuando veri e propri blitz negli uffici amministrativi e producendo così una indebita e inaccettabile ingerenza che ha provocato le reazioni dei dipendenti, che ringrazio per l’impegno profuso in questi mesi, e dei sindacati». E ancora: «A nulla sono serviti i continui tentativi di mediazione effettuati dal sottoscritto. Neppure le dimissioni rassegnate dal vice presidente (Massimo Serafini ndr) sono state utili a dirimere i conflitti interni e ricomporre il gruppo. Proprio a seguito di tutte le azioni intentate per la soluzione del problema purtroppo senza esiti positivi, ho deciso di rassegnare le mie dimissioni da presidente, già nei giorni scorsi annunciate».
Duro il commento che riserva ai nove consiglieri dissidenti della maggioranza. «Davanti alla continua delegittimazione del sottoscritto e dei miei assessori, davanti alla impossibilità di ricomporre un rapporto umano e politico con l’ala dissidente, davanti ai continui tentativi di sabotare l’azione di cambiamento che stiamo portando avanti in Municipio, ho deciso come suddetto di protocollare le mia dimissioni». Alla fine la stoccata finale: «Risulta evidente che qualcuno, non certo il sottoscritto – conclude Pace – dovrà assumersi la responsabilità politica di questo disastro». Un disastro che, inevitabilmente, si farà sentire anche a Palazzo Senatorio.
Intanto le opposizioni, dal Pd a Sel passando per FdI e FI, hanno occupato da pochi minuti l’aula consiliare di via Benedetto Croce.