Sei appuntamenti domenicali con la musica corale, per far conoscere la preziosa attività della coralità amatoriale presente in regione. Ieri è stata la volta del Vocalia che ha riempito e stupito la sala, grazie anche e soprattutto alla professionalità del direttore Marco Berrini.
Un omaggio reso a Gesualdo e Britten introduce brani di Bach, Scarlatti, Gabrieli e recentissimi pezzi a firma Pärt, Di Marino e Bonato. Il tutto fuso in un’unica armonia avvolgente. Anche nel senso più letterale del termine: con l’approfondimento del rapporto coro-spazio, in alcune esecuzioni, il pubblico si trova praticamente al centro del coro. Non resta che tentare di isolarsi e perdersi nell’abbraccio di voci.
Il passaggio da Bach a Bonato, da Britten a Pärt non conosce particolare soluzione di continuità. La tecnica compositiva di Part, il Tintinnabuli, trae ispirazione proprio dalla scrittura di Britten che accorda fondamentale importanza alla voce umana. Echi e influenze più forti del previsto, dunque. Ottima occasione per scoprire che storia e presente comunicano, si fondono, l’uno rischiara l’altro. Almeno nella musica succede davvero.
Il direttore artistico della manifestazione, maestro Remo Guerrini, assicura che temi e motivi conduttori legano i singoli eventi. La logica alla base delle scelte va compresa e sostenuta da chi esegue, ottenendo un tipo di «esecuzione che impegna il cantore» anche a livello teorico, per dirla con Guerrini. Il prossimo appuntamento della stagione è con il Coro Vivaldi e il Coro Femminile Floreos ed è previsto per il 26 gennaio, sempre nel Pontificio Istituto di Musica Sacra.
Elisiana Fratocchi