In occasione della Pasqua, al Museo Civico “Umberto Mastroianni” di Marino, diretto dal Dr. Sandro Bedetti, s’è svolta un’ originale rappresentazione – ostensione artistica della Sacra Sindone, organizzata dall’ assessorato comunale alla Cultura col patrocinio del Comune di Marino, del Museo, e la partecipazione speciale della Protezione civile. Curatrice e ideatrice della mostra-evento è la project manager cultura Nadia Frabetti; l’organizzazione, della dottoressa Anna Maria Gavotti, responsabile dell’ Ufficio stampa e Cerimoniale del Comune di Marino. L’opera d’arte presentata, dal titolo “Dall’ impronta di Gesu'”, è stata realizzata nel 2013, per contatto diretto con la Sindone conservata nella celebre cappella Guarini del Duomo di Torino, dal Maestro Veronica Piraccini, docente di Pittura all’ Accademia delle Belle arti di Roma: usando una tecnica artistica di sua invenzione, la cosiddetta “Pittura impercettibile”. E’, in sostanza, una pittura “visibile-invisibile”: il dipinto, di m.4,60 x 1 ( è circa delle stesse dimensioni della Sindone, appunto), su lino antico spigato, è stato realizzato con speciali pigmenti impercettibili, che fan sì che l’opera non risulti visibile alla luce naturale, ma riappaia, nella sua completezza, al buio, illuminata da speciali lampade “a luce nera”.
Osservare quest’opera prima alla luce naturale, poi al buio, è un’ esperienza dal forte impatto spirituale ed emotivo, che porta gli spettatori a interrogarsi sull’ esatta origine di quella che resta tuttora, se non la reliquia autentica, il piu’ importante oggetto di culto direttamente legato al Cristo. Dal XX secolo, la Chiesa ha scelto di non esprimersi ufficialmente sulla questione dell’autenticità della Sindone, peraltro non argomento fondamentale di fede. Lasciando alla scienza il compito d’ accertarne l’autenticità (negata dal test del “carbonio 14” del 1988, contestato però, in seguito, da altri esami scientifici sulla validità pratica dello stesso metodo carbonio e da altre scoperte, nonchè dagli esami sulle presunte tracce ematiche presenti nel lenzuolo svolti dal Gruppo scientifico internazionale di ricerca STURP di Torino, e dall’ anatomopatologo Pierluigi Baima Bollone): ma autorizzandone il culto, come icona della Passione di Gesù. Vari pontefici, poi, da Pio XI a Giovanni Paolo II, si son dichiarati personalmente convinti dell’ autenticità della reliquia.
“Ringraziamo la professoressa Piraccini per aver accettato il nostro invito”, ha dichiarato il Vicesindaco, e Assessore comunale alla Cultura e sport, avvocato Paola Tiberi; “siamo particolarmente lieti di presentare alla cittadinanza questo dipinto, che dopo innumerevoli presenze in importanti esposizioni, anche internazionali, è approdato a Marino”.
Veronica Piraccini, bolognese di nascita ma romana d’adozione, vincitrice, a 23 anni, della cattedra di Pittura all’ Accademia delle Belle Arti di Milano, poi docente a Palermo, Frosinone ed ora Roma, ha partecipato a numerose mostre di pittura, collettive e personali; nel 1995, insieme al poeta Francesco Leonetti, all’ epistemologa Eleonora Fiorani, allo scultore e orafo Arnaldo Pomodoro, e alla pittrice dell’ avanguardia artistica milanese Dadamaino, è stata tra i fondatori della rivista di tendenza “Tutto da capo” (Lupetti ed.), col manifesto teorico “l’ Antirappresentazione” ( un movimento teorico, un nuovo modo di vedere la realtà dentro diversi flussi di comunicazione, e attraverso l’uso, nei quadri, di tracciati, grovigli e puntiformi dentro un’idea di spazio all’interno della quale appaiono figure e persone). Prima che a Marino, questo suo dipinto sulla Sindone, nel 2014-2015, è stato presente in altre iniziative di rilievo: come a Roma, alla “Sapienza” (Museo di Chimica, dipartimento di Fisica) e alla Basilica del Pantheon , alla chiesa della Madonna di Fatima a Taranto e ai convegni sulla Sindone a Bari e sui rapporti scienza-arte a San Louis (USA); e all’esposizione nelle Congregazioni cattoliche delle Angeliche a Bucavu (Repubblica Democratica del Congo) e Kigali, capitale del Rwanda (qui, nel ventesimo anniversario del genocidio del 1994-’95, legato alla forte rivalità fra hutsi e tutu, e già preannunciato dalle presunte apparizioni mariane del 1981- ’89 nel villaggio rwandese di Kibeho).Fabrizio Federici