Di evangelico hanno ben poco, ma sicuramente non disdegnano una bella bottiglia di vino con cui accompagnarsi a cena. Sono i Santi Bevitori, gruppo musicale difficilmente etichettabile sotto un unico genere, che da tre anni a questa parte vede accrescere sempre più la propria popolarità. Loro sono Luca Bocchetti, Lucio Vaccaro, Alessandro Lopane, Walter Brunetti e Yuri Colafigli e sin dal loro Ep d’esordio, contenente quattro brani, hanno iniziato la loro scalata verso palcoscenici sempre più importanti.
Il loro stile è ironico e dissacrante, riesce a mischiare ottimamente rock e folk, presenta alcuni caratteri tipici del
cantautorato italiano da cui però morbidamente si distacca. I Santi Bevitori sono la band della persona comune, di chi va a fare la fila alle poste e di coloro che ogni Natale devono fare i conti con gli orridi regali dei parenti, dell’impiegato che prende una sbandata per un’altra donna e di chi va allo zoo con il proprio partner. Ma le storie che prendono vita nelle loro canzoni spesso assumono poi risvolti grotteschi, paradossali, si distaccano dalla realtà cupa e grigia e assumono i contorni del sogno. O dell’incubo, a seconda dei casi. Nei loro testi c’è un’accurata lettura dei patemi d’animo con cui ogni giorno tutti sono costretti a scontrarsi, le difficoltà quotidiane che solo un buon bicchiere di vino riesce a scacciare.
Dopo l’EP Presto verremo alle mani, che li ha fatti conoscere ad un pubblico sempre più vasto, portandoli anche ad alcune importanti collaborazioni, hanno pubblicato il loro primo album, È stato errore umano!, contenente, oltre a due tracce già presenti nel loro lavoro d’esordio, altre nove canzoni. Vengono qui mantenute ed ampliate le promesse fatte nell’EP, con un carnet musicale che diventa ancora più ampio, attingendo ad un variegato ventaglio di stili, sempre perfettamente legati fra loro. Si passa con disinvoltura dal rock al blues, al folk venato di pop, un melange sonoro di cui I Santi Bevitori hanno fatto il loro punto forte. Esempio perfetto della loro vena dissacrante è probabilmente la canzone che prende lo stesso nome del gruppo (o viceversa, qui la questione è sempre ambigua), che narra l’Ultima cena biblica, condendola con un umorismo sottile ed efficace. Prendono in giro e si prendono in giro, i Santi Bevitori, che con il racconto di Joseph Roth non hanno nulla a che spartire.
Musicisti che raccontano storie, questo sono i componenti della band, storie che potrebbero essere benissimo raccolte in un libro da acquistare in libreria ma che loro, invece, hanno deciso di raccontarci in musica.
Con la notorietà sono arrivati gli inviti ad aprire i concerti di musicisti e band già affermati nel panorama romano ed italiano, come Tonino Carotone, i Muro del Canto, gli ‘A67, ma fra poco saranno loro a dover chiamare altri giovani musicisti per aprire i loro di concerti. Ne siamo sicuri.
Andrea Ardone