Nella sede dell’Ambasciata di Palestina in Italia a Roma, in viale di Guido Baccelli 10, si è conclusa, intorno alle 13.00 di ieri, la conferenza stampa indetta per lo sciopero della fame dei prigionieri palestinesi, Per la libertà e per la Dignità, a miglioramento delle loro condizioni di detenzione.
Lo sciopero della fame, vicino per numero di partecipanti a quello dei maggiori scioperi messi in atto dal 1927, è iniziato lo scorso 17 aprile, nella Giornata Internazionale dei Prigionieri Politici Palestinesi, ad opera del movimento palestinese Al-Fatah, con l’adesione di 1800 persone, detenute nelle prigioni israeliane di Ashkelon, Nafha, Ramon, Hadarin, Gilboa e Beersheba, e anche appartenenti ad altre forze politiche.
Dopo i convenevoli ringraziamenti di rito con l’apertura dei lavori dalle ore 12.00, Mai AlKaila, ambasciatrice palestinese a Roma, ha esposto senza preamboli il tema della giornata, priorità in agenda politica e diplomatica palestinese, nella fase particolarmente critica, dei nostri prigionieri nelle carceri israeliane che da ormai 23 giorni hanno intrapreso uno sciopero della fame di massa. L’ambasciatrice, in risposta alle ultime notizie risalenti ai giorni scorsi, ha riferito del vergognoso tentativo, da parte delle autorità penitenziarie israeliane, di colpire il leader dello sciopero Marwan Barghouthi – Membro del Comitato Centrale di Al-Fatah e parlamentare palestinese in carcere da 15 anni – con un video fabbricato appositamente per insinuare che l’ideatore della protesta non stia osservando il digiuno ma stia tradendo i suoi compagni mangiando di nascosto. Un appello, quello di Mai AlKaila, rivolto a ringraziare coloro che hanno dimostrato, dimostrano e dimostreranno solidarietà ai prigionieri e al popolo palestinese, oltre che un invito dedicato ad aggiornare i mezzi d’informazione, le forze politiche e tutti i cittadini sulla protesta non-violenta, sulla questione dei prigionieri, su l’ultima scelta per ottenere una risposta alle loro legittime richieste, dopo aver perso la speranza che vengano rispettate le leggi e le Convenzioni internazionali che garantiscano i loro diritti umani all’interno delle carceri, come ha dichiarato in un passo della lettura del discorso (versione integrale discorso-ambasciatrice-conferenza-stampa-9-maggio-2017).
A seguito dell’intervento dell’ambasciatrice Mai Alkaila, e dopo la breve illustrazione di statistiche, motivazioni, richieste dei prigionieri e la specifica delle violazioni dei diritti umani (conferenza-stampa-4-maggio-2017) a cura di Carolina Zincone, responsabile comunicazione Ambasciata di Palestina in Italia – senza necessità di specificare chi è arrivato in anticipo, chi è stato costretto ad abbandonare prima della fine la conferenza e chi è giunto in ritardo – hanno preso la parola i rappresentanti delle forze politiche, della comunità palestinese e araba, e delle associazioni italiane intervenute all’evento. Nell’ordine, l’on. Stefano Fassina di Sinistra Italiana, Venuto a portare solidarietà all’iniziativa di lotta non violenta, che ha continuato con Noi chiediamo, e vedremo di farlo anche con degli interventi parlamentari, al governo israeliano di prestare attenzione e di rispondere positivamente alle richieste non violente dei detenuti palestinesi ed ha auspicato una risoluzione a breve dalla Comunità Internazionale. Quindi, ecco l’on. Franco Bordo, d’accordo nel dare un supporto perché le ragioni della protesta sono legittime, comprensibili, motivate. Racconta di essere stato recentemente con una delegazione della sua organizzazione politica (MDP), in Libano e in alcuni campi profughi palestinesi, affermando di aver constatato la massima solidarietà ai 1800 prigionieri che fanno lo sciopero della fame. L’on. Bordo, continua con Ci prodigheremo per un ulteriore impegno affinché vi sia maggiore informazione su quanto sta accadendo. Concludendo con l’intenzione di portare avanti, la richiesta d’intervento, da parte del nostro Parlamento e del nostro Governo, nei confronti d’Israele per un passo deciso verso l’apertura di un tavolo di confronto che ponga fine a questa protesta. Il presidente dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Palestina, Vincenzo Vita, sconcertato dai numeri e dalle statistiche sciorinate e legate ai fatti, concorda e si unisce a quello che è stato appena detto dichiarando subito alle forze politiche e democratiche di uscire dal lungo letargo rispetto al dramma palestinese, che ora ha un momento di particolare intensità. Vita a proposito della notizia su Marwan Barghouthi e il video diffuso, in cui quest’ultimo mangia di nascosto, è intervenuto chiedendo a direttori/direttrici di media di parlarne e di trattare la cosa in quanto è un esempio di fake news. Di informazione manipolata a discapito del buon giornalismo.Verso le 12.40, il presidente della Comunità del Mondo Arabo in Italia, Foad Aodi, ha aperto il suo intervento con i ringraziamenti per il lavoro pedissequo e quotidiano di Mai Alkaila, l’ambasciatrice palestinese, svolto per far giungere la voce della sofferenza del popolo palestinese a chi deve ascoltare, a chi deve intervenire, a chi deve valutare e trovare soluzioni. Una voce che noi sentiamo nostra riferendosi all’intera comunità araba italiana e ricordando che l’argomento politico che unisce il mondo arabo è la questione palestinese: è la madre di tutte le battaglie, è nata come battaglia palestinese simbolo del mondo arabo, e così rimane, nonostante la Primavera Araba con delusioni e sogni. Il presidente Aodi, nelle continue dichiarazioni, si è soffermato su tre punti, diritti umani, sanità e informazione e ha parlato anche da medico, quale del resto è, facendo presente, prima i diritti legittimi e comuni, poi ha continuato per sollecitare l’interesse, dell’Italia e degli Italiani, a verificare la situazione di salute dei prigionieri palestinesi, verso la fine ha chiesto spazio alle redazioni e ai media per il diritto alla libertà di espressione che spetta al popolo palestinese, chiudendo con sono palestinese, orgoglioso di esserlo.
Il presidente della Comunità Palestinese a Roma e nel Lazio, Yousef Salman, ha sentenziato Spero che tutti si rendano conto di cosa possano significare 23 giorni di sciopero della fame! Ha ribadito il concetto per cui si stiano chiedendo le risoluzioni delle Nazioni Unite (legge-2015-israele-contro-le-proteste-dello-sciopero-della-fame-dei-prigionieri-palestinesi) per soddisfare la rivendicazione dei diritti minimi dei detenuti palestinesi e la possibilità di far conoscere e propagandare iniziative del popolo palestinese in Italia. A completamento, con l’ultima sezione d’intervento, è stata la presidente di Assopace Palestina, altresì coordinatrice della Campagna Internazionale per la Liberazione di Marwan Barghouti e di tutti i Prigionieri Palestinesi, Luisa Morgantini. La presidente chiaramente, ha racchiuso nella frase riuscire a rompere il muro, determinando perché sappiamo che siamo dalla parte giusta. Siamo dalla parte della difesa dei diritti umani che vengono costantemente calpestati, e specificando, ogni giorno, ogni momento nella vita e nell’esistenza del singolo palestinese. Luisa Morgantini, tornando sul fatto di rompere il muro del silenzio attorno alla questione palestinese, ha evidenziato che Marwan Barghouthi, non ha mai ucciso (lettera-ai-parlamentari-marwan-barghouthi) e che le richieste dei detenuti corrispondono a l’umanità che dovrebbe essere la pratica, quindi è necessario unire le forze affinché si parli di negoziati tra il governo italiano e quello israeliano a favore di condizioni migliori di detenzione per i prigionieri palestinesi, e profila negoziatore Marwan Barghouthi, colui che ha lanciato lo sciopero della fame.
Gli interventi della conferenza hanno creato il loro effetto. Nessuna domanda dalla platea.
Per mantenere viva l’attenzione sull’accadimento in atto, è stata promossa a due voci, quella dell’ambasciatrice Mai Alkaila e del presidente Yousef Salman, una fiaccolata in programma sabato 13 maggio prossimo, con partenza alle ore 20.00 dallo Slargo di Via di San Gregorio (Arco Costantino – Colosseo) sino all’Ambasciata palestinese a Roma (Viale Guido Baccelli, 10 – dietro la FAO), dove avverrà la proiezione del film Marwan Al Barghouti e si esibirà il gruppo folkloristico palestinese Al Asheqeen. Naturalmente, l’invito è stato quello di aderire numerosi.
Il congedarsi, per tutti, è relegato al momento nobile della solidarietà in sostegno dei prigionieri nelle carcere israeliane, partecipando (hashtag ufficiale, solidale e virale #saltwaterchallenge, non solo sui social) all’invito di bere acqua e sale Per i Diritti, per la Libertà, per la Dignità, incita sorridendo, l’ambasciatrice palestinese a Roma, Mai Alkaila.
Maria Anna Chimenti