Una casa del sud, in bianco e nero come quelle case di tante famose pellicole neorealiste, con qualche lampo di colore. Una maschera, Pulcinella, espressione di quell’anima popolare e beffarda che pervade tutta l’opera di Moliére; uno spirito che entra ed esce dai panni di una serva o di un fratello e che continua la sua recita nonostante le luci della ribalta poi vengano spente.
Un malato brontolone accudito da una serva petulante e ficcanaso, insolente e fedele come sapevano essere certe nostre donne, un po’ zie un po’ comari che governavano casali, masserie o palazzotti di signori o presunti tali. Una figlia angelica, una moglie perfida, un fratello consigliere, un giovane innamorato e medici, tanti medici che millantano crediti; maschere farsesche in un mulinello a volte assordante, una danza grottesca di quel quotidiano stretto fra le pareti domestiche dove ogni sussurro si amplifica, dove covano intrighi, dove si fingono finzioni.
La malattia come bisogno di non esistere, di addormentarsi, finché tutta la vita sia risucchiata da quel nulla che aspira all’eternità. Solo una malattia immaginaria può proteggere dalla disperazione di vivere; Argante è un solitario malato e il suo è un immenso monologo.
Teatro Vascello
dal martedì al sabato h 21 e domenica h 18
Matinée mercoledì 19 febbraio h 10.30 prezzi in matinée 10 euro studenti + omaggio al professore accompagnatore
Prezzi: 20,00 euro intero – 15,00 euro ridotto – 12 euro studenti e gruppi di almeno 10 persone
di Martina Mugnaini