È ormai passato un po’ di tempo tempo dalla fine della terza edizione dell’ARF, ed è forse giunto il momento di tirare le somme. L’ARF (o meglio, ARF!, che noi ai dettagli ci teniamo) è un festival del fumetto che si svolge a Roma dal 2014. In questi tre anni di attività ha ricevuto consensi da ogni parte, sia dai moltissimi visitatori, accorsi in numero sempre maggiore, che dagli addetti ai lavori. Quando si parla di “addetti ai lavori”, si intendono tutti coloro i quali
sono coinvolti nell’industria del fumetto in Italia, partendo dagli editori fino ad arrivare agli autori. Il consenso quasi del tutto unanime intorno a questa manifestazione, da parte di chi nel Fumetto ci lavora, è, in questo caso, semplice da spiegare, e lo si potrebbe fare così: qui il fumetto in quanto tale, è messo davvero al centro dell’evento. Per chi non frequenta l’ambiente questa frase potrebbe risultare strana. Ci si potrebbe dire che è ovvio che in una fiera sul fumetto (!) questo mezzo di espressione sia il protagonista assoluto. Però così non è. Negli ultimi anni la maggior parte degli incontri di genere ha iniziato ad assumere la forma di veri e propri contenitori di prodotti diversificati fra loro. Per cercare di allargare il proprio bacino di utenza, si è ampliata, di conseguenza, anche l’offerta data ai visitatori. Per farla breve, la gran parte di eventi fumettistici comprende sezioni rivolte a chi fa Cosplay, ai videogiocatori, al pubblico di Youtube, agli amanti di film e serie tv. Si è esteso, in pratica, a quasi la totalità di ciò che al giorno d’oggi viene considerato entertainment, però perdendo in qualche modo il focus principale. Sia chiaro, non ci sta nulla di male in questo, chi organizza tali fiere deve tenere in conto l’aspetto commerciale della questione, e per renderle appetibili ad una massa più estesa possibile, deve fare delle scelte oculate anche sotto quest’ottica.
L’ARF! cerca di far fronte agli obblighi commerciali adottando un approccio del tutto differente.
La location è quella de La Pelanda, a Testaccio, lì dove si trova il Macro. Scelta tutt’altro che casuale, dato che la zona è considerata una fucina privilegiata per l’arte, in ogni sua forma, e per la cultura. Difatti il Macro è anche una delle sedi sia dell’Accademia di Belle Arti che della facoltà di Architettura dell’Università di Roma Tre.
Appena varcata la soglia di questo museo-università-zona d’incontro di Testaccio, ci si rende subito conto dell’unicità
dell’organizzazione. ARF!ha cercato di dare al pubblico un’offerta che potesse mettere sotto i riflettori più aspetti possibili del Mondo-fumetto, anche quelli spesso più trascurati, rendendo la compravendita una parte di certo non marginale, ma a cui viene riservata la stessa importanza delle altre sezioni. Oltre alla zona dedicata ai banchetti di alcune delle più importanti case editrici italiane, fra cui Bonelli, Tunuè, NPE, Shockdom, Bao, e molte altre, ve n’era una dedicata alle case di autoproduzione, quelle piccole case editrici che cercano di emergere nell’affollamento del panorama attuale. Questa cosa è da tenere in considerazione più di quanto non si pensi, visto e considerato che molti dei talenti, attuali e passati, del fumetto italiano, hanno dei trascorsi in questo tipo di produzioni. Il fatto che all’ARF! Sia dedicato uno spazio così esteso all’autoproduzione è una particolarità difficile da trovare da altre parti. Tornando un po’ indietro rispetto alla self-area, poi, si potrebbe imboccare la cosiddetta Artist Alley, una sezione della manifestazione dedicata ai disegnatori, nella quale chi vuole ha la possibilità di farsi fare uno sketch dal suo artista preferito. Parlando di artisti, ci riferiamo ad alcuni dei più grandi nomi del fumetto italiano. Anche quest’anno la presenza di professionisti affermati, fra i più famosi in Italia e, si badi bene, nel mondo, è stata altissima. Fra gli altri si potrebbero citare Sara Pichelli (attuale disegnatrice di Spiderman
per la Marvel), Tito Faraci (uno dei più importanti sceneggiatori Disney), Gigi Cavenago (disegnatore e nuovo copertinista titolare di Dylan Dog), Gipi (autore di fumetti venduti ed apprezzati in tutto il mondo), e questi sono solamente alcuni dei nomi che hanno partecipato in varie vesti a questa edizione.
Altra sezione stupenda è, senza dubbio, quella delle mostre. E quale posto migliore per delle mostre di opere d’arte (perché di questo stiamo parlando) se non un festival fumettistico organizzato al Macro? Quest’anno gli artisti di cui sono stati esposti i lavori sono stati i già citati Cavenago e Pichelli, Manara, con una mostra a parte, e quattro artisti iconici per i loro lavori su Mickey Mouse (qui è d’obbligo usare il nome originale): Cosey, Keramidas, Loisel e Tébo.
Tutto questo è ARF!, ma non solo. Perché in questa fiera di tre giorni sono state organizzate ben otto Masterclass, lezioni presiedute da importantissimi professionisti del settore a cui vi si poteva accedere tramite prenotazione, che definire stimolanti sarebbe troppo poco. In questi mini-eventi sono stati sondati tutti gli aspetti del lavoro di questo settore, dall’organizzazione commerciale, alla stampa, passando per la sceneggiatura ed il disegno.
Come detto, questa appena passata è stata la terza edizione dell’ARF!, una fiera che anche nella pubblicizzazione e nell’organizzazione si presenta come dinamica ed innovativa, e con la quale si prova a sovvertire alcune logiche che sono ormai parte integrante di manifestazioni simili. Un festival che ha al suo centro unicamente il fumetto. In tutte le sue forme.
Andrea Ardone