«La sola presenza della roulotte dell’omicida del Gianicolo non configurava una semplice contravvenzione, ma un reato di costruzione abusiva ai sensi del Testo Unico edilizia. Si sarebbe dovuto procedere all’arresto fino a due anni, l’ammenda da 5164 a 51645 euro e la confisca della roulotte. Chiamata ad affrontare casi analoghi, la Cassazione è stata chiara e si è espressa in questa direzione. Anche per questo motivo quel mezzo non doveva essere lì e tutte le roulotte posizionate sul territorio vanno smantellate». Lo dichiarano in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio e Marco Giudici, consigliere e presidente della Commissione Trasparenza del XII Municipio.
«Torniamo a chiedere che entro breve tempo venga risolto questo problema delle roulotte e dei camper abbandonati da parte di S.Egidio. I nostri quartieri hanno bisogno di sicurezza, trasparenza e legalità. Non è tollerabile l’esposizione al pubblico ludibrio di poveri e disagiati per finalità di marketing sociale, se poi dal degrado nascono gli assassini e i delinquenti. Ribadiamo la necessità che l’assessore alle politiche sociali di Roma Capitale, Rita Cutini, esponente della comunità di S.Egidio della giunta Marino, si dimetta e al più presto perché ha favorito e coperto politiche di degrado ed insicurezza, che hanno portato all’omicidio di un ragazzo di 33 anni per futili motivi». concludono Santori e Giudici.
Camper e roulotte destinati a rifugi per i senza fissa dimora, infatti, occupano da tempo lo spartitraffico di Via Ramazzini.
L’art. 44, comma primo, lett. b, d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 configura il reato di costruzione edilizia abusiva nell’ipotesi di “installazione su un terreno, senza permesso di costruire, di strutture mobili quali camper, roulotte e case mobili, sia pure montate su ruote e non incorporate al suolo, aventi una destinazione duratura al soddisfacimento di esigenze abitative”.
Ricordiamo che lunedì notte, una lite per la musica troppo alta nell’auto è finita in tragedia. Un 33enne è stato ucciso, pugnalato con un cacciavite che gli ha perforato il polmone, da un cittadino indiano di 57 anni. Il ragazzo stava ascoltando la musica in auto con il fratello, parcheggiato in via Garibaldi a Roma, accanto alla roulotte dove viveva l’indiano.
di Fabio Galli