Lo studio e l’approfondimento continuo di tecniche e applicazioni sono una costante dell’intero percorso pittorico di Anna Maria Berardi. Il suo interesse per le arti figurative si palesa sin dalla giovanissima età: “Da bambina mi piaceva molto disegnare –spiega- e ben presto, ancora adolescente, ho cominciato ad utilizzare l’acquerello. Poi, intorno ai sedici anni ho voluto sperimentare anche i colori ad olio, con i quali per lo più realizzavo soggetti di fantasia, paesaggi e altro, ma anche ritratti”.
Originaria di Priverno e oggi residente a Roma, assorbita dagli studi prima e dedita al lavoro e alla famiglia poi -gli affetti e la maternità sono un argomento ricorrente nella sua produzione- ritaglia comunque nelle sue giornate quegli spazi di tempo che le permettono di continuare a coltivare la passione per la pittura.
Dai primi anni Settanta, infatti, partecipa ad alcune collettive a Roma. A prevalere in questa artista è sicuramente il desiderio di accrescere costantemente le proprie conoscenze: “Penso che non basti la voglia di fare bene –scrive in un testo autobiografico- bisogna avere anche il coraggio di continuare ad imparare, ad esercitarsi ed avere la volontà di stare con gli altri e confrontarsi”. Per questo decide di avviare un percorso di approfondimento che la porta a frequentare corsi di disegno, pittura ed acquerello.
Accanto ai paesaggi, alcuni dei quali realizzati en plein air, la figura umana rappresenta sicuramente uno dei soggetti più amati dall’artista. La ricerca pittorica di Anna Maria Berardi passa attraverso lo studio dei classici e si muove su un percorso continuo in cui acquisizione e rielaborazioni, studio e pratica divengono un fertile e proficuo terreno dal quale l’autrice sviluppa e produce forme espressive sempre nuove.
Alla donna e a quell’insieme di mondi che per i suoi molteplici ruoli rappresenta, l’artista dedica un’ampia parte della sua produzione. La delicatezza, la forza, la determinazione sono alcune delle prerogative che lasciano emergere da sfondi vivaci ed energici protagoniste la cui grazia -elemento caratterizzante dell’autrice- definisce una femminilità autentica e mai esasperata. Corpi e volti ci conducono alla scoperta di quei principi che costituiscono l’esclusività dell’universo femminile.
La luce interagisce efficacemente con i colori modulando l’eleganza delle forme nella serie dei nudi. Il tratto deciso che definisce gli elementi cromatici lascia emergere le figure da sfondi in cui a prevalere sono veloci sferzate di colore.
Simbolo di vita, l’elemento luminoso emblematicamente avvolge il corpo del bimbo sotto lo sguardo materno tenero e sereno che lo abbraccia e lo protegge. Nell’opera, in cui l’artista pone in primo piano se stessa mentre ritrae la sua immagine con il figlio, Anna Maria Berardi affida a tratti e colori decisi il compito di esprimere con forza l’origine ed il valore della vita.
La centralità dell’esistenza e della creazione si rinnova in una delle ultime opere, frutto di un gesto pittorico istintivo attraverso il quale l’artista conferma la sua costante sperimentazione pittorica. Linee sintetiche e definizioni concentriche attorno alle quali ruotano pianeti si stagliano su un universo che suggerisce il ciclo della vita.
Scrutano nell’anima i ritratti di Anna Maria Berardi. In queste raffigurazioni dell’io -che l’artista inizia sin da adolescente con un’opera dedicata alla figura materna- da ogni soggetto affiora vigorosamente quell’approfondimento introspettivo che conduce anche, nel corso degli anni, ad una costante sperimentazione e riformulazione del tratto e delle variazioni cromatiche. Le trasparenze si traducono in corposità, liberando sulla tela il gesto pittorico forte ed incisivo. Ad assumere un ruolo centrale in queste opere è quella eloquente espressività che, a partire dall’intensità emotiva degli sguardi –la cui forza calamita sin da subito l’attenzione dell’osservatore- evidenzia un processo creativo attraverso il quale l’autrice non solo osserva, ma, in modo penetrante cattura emozioni e peculiarità di ogni personaggio che poi restituisce nelle sulle tele.