Riflettiamo sull’ ultima manifestazione di Piazza SS.Apostoli aRoma, dove Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano, ha lanciato il nuovo raggruppamento della sinistra “Insieme”. È stato, almeno ufficialmente, un inno all’unità: «Uscire dai problemi da soli è avarizia, assieme è politica. Da soli non si va da nessuna parte». Lo slogan della manifestazione, del resto, era ( tra Obama e “Podemos”, diremmo, con un pizzico del De Gregori di “La storia siamo noi”) «Nessuno è escluso».
Erano presenti Bersani, D’Alema ( piuttosto appartato e sulle sue), Roberto Speranza (Mdp), Pippo Civati (Possibile), Fratoianni e Stefano Fassina (Sinistra Italiana), Bonelli (Verdi), Tabacci (Centro democratico), i redattori dell’”Unità”, che ha chiuso i battenti. Pisapia delinea il traguardo: «Oggi nasce la nuova casa comune del centrosinistra. Senza dimenticare il passato, ma radicalmente innovativa». Insiste sulla necessità di superare i laceranti contrasti: «Non c’è altra strada insieme. L’altra strada della divisione, di non essere ancorati a princìpi, rischia di dare il nostro Paese alla destra, al populismo, alla demagogia». Ma farlo insieme a Renzi è un’impresa difficile: da parte dell’ex-premier c’è una “mancanza di autocritica”, anche dopo “la sonora sconfitta” nelle elezioni comunali di giugno.
Chi ha attaccato frontalmente Renzi, applaudito dai militanti, è stato invece Bersani. L’ex segretario democratico chiede una «radicale discontinuità»: e «non per rancore, nostalgia, antipatia ma perché abbiamo un pensiero radicalmente diverso». Boccia la gestione leaderista del partito e le scelte politiche del governo, soprattutto sul lavoro. Usa parole nette e pesanti : «Basta camarille, gigli magici, arroganza. Non se ne può più».
E’ evidente che la sinistra di Roma e la sinistra di Milano ( dove, invece, Renzi ha riunito trionfalmente l’ Assemblea nazionale dei circoli democratici) parlano lingue diverse; le distanze aumentano, le due sinistre viaggiano ormai in rotta di collisione. È difficile immaginare, almeno per ora, una loro collaborazione: come sarebbe invece indispensabile, volendo battere la destra ( sul modello francese del 77- ’78 e delle elezioni del ’97, che videro la vittoria della sinistra e il premierato del socialista Lionel Jopspin, in coabitazione col gollista Chirac).
Giusto spazio hanno avuto, nella manifestazione, i temi sociali: Stefania Catallo, presidente del Centro antiviolenza di Tor Bella Monaca “Marie-Anne Erize”, ha ripercorso la storia del centro, riuscito a realizzare iniziarive di rilievo ( come l’assistenza a donne vittime di abusi, soprattutto domestici, una biblioteca forte di ben 8.000 volumi, e una sartoria “solidale”, capace di dare lavoro e istruzione professionale) in un quartiere difficile, dalle condizioni obbiettivamente degradate (“il tutto senza avere un euro di aiuti pubblici; unici contributi arrivatici sono stati, quest’anno, da imprenditori francesi”) .”Eppure- ha precisato la Catallo – il 18 giugno il nostro centro ha subìto un’ aggressione di ignoti vandali, entrati di nascosto e accanitisi contro gli arredi e gli abiti della sartoria; il tutto, nel colpevole silenzio del Sindaco di Roma e della giunta municipale, guidata dai 5 Stelle ( va detto che il Centro sta subendo inspiegabilmente, da mesi, l’ ostracismo del Municipio, che vorrebbe tornare in possesso dell’immobile: dato, a suo tempo, in concessione al Centro per finalità appunto culturali e di promozione sociale). Nel nostro Centro, da tempo sperimentiamo il progetto di quella che è, in sostanza, una “comunità di destino” ( con meno traumi, e scossoni, degli analoghi progetti centrati invece, ad esempio, sulla “patria”, o sulla “classe operaia”): evidentemente questo sta dando fastidio a qualcuno, sta suscitando molte invidie”.
Fabrizio Federici