Lei è ancora lì che lo aspetta.
Oggi è un mattino nuvoloso, freddo e disilluso, quello che basta per rendere romantico un qualsiasi giorno,
esteticamente irregolare.
Ma lei è ancora lì che lo aspetta.
Lo aspetta come chi attende un passato fuggito e scomparso nei retrobottega della storia.
Un vecchio film.
Cafè Vienna. Berlino.
Una volta era il bar degli artisti, scrittori in fuga dal mondo, pittori depressi,
attori perseguitati, puttane da “cabaret”, “gigolo” egiziani vestiti come Rodolfo Valentino,
amanti segreti che si scambiavano sogni e sguardi seduti su questi divanetti a fiori lilla.
Davanti c’era il mondo diviso da file e file di mattoni che erano portavoce “dei diritti umani”, a volte
contro “gli umani”.
Ma lei è lì ferma che lo aspetta.
La radio trasmette le quattro stagioni di Vivaldi, lei chiude gli occhi e si abbandona ad un ricordo
mentre accenna un sorriso che rimembra un passato dannato, dannato come poi è stato anche il suo destino,
e lentamente ondeggia le mani nell’aria come a disegnare geometrie e spirali con molte curve.
Continuo ad osservarla mentre l’uomo che ho davanti mi guarda in modo sospettoso
con l’occhio sinistro preoccupato e quello destro arrabbiato, ma io faccio finta di niente e ordino un altro Martini.
Lei è ancora lì ed io mi abbandono ad un pensiero tranquillo, socchiudo un attimo gli occhi
mentre Edith Piaf grida con voce sofferente che non rimpiangerà mai niente dei suoi giorni,
la signora ordina un “ponce” al mandarino lasciando l’impronta del rossetto rosso e delle sue labbra
sulla tazzina bianca di porcellana, poi concede ad una lacrima di scivolare dal suo occhio sinistro,
poi sorride.
Sembra di essere in un film di Truffaut dove le lacrime bloccano il silenzio e prendono il posto delle parole;
e le ore, le ore, le ore, io le ore le sento….anche qui dove per un attimo si blocca il tempo,
il tempo distratto come noi..
Non so cos’ è…
a volte il vento, gli avvenimenti, i vari tipi di emozioni, le canzoni e i giorni come questo
nei quali siamo partecipi delle vite altrui, così senza motivo e succede che in un frammento di pioggia
ci si fermi per sempre a fissare il vuoto come se ci trovassimo in una camera buia nella quale
non vogliamo far entrare raggi di sole..
come chi perde l’amore ma non la speranza di ritrovarlo, come quella signora
che nonostante i suoi segreti, nonostante i suoi anni, le nuvole, nonostante quel muro
che ormai da tempo non c’è più, nonostante tutto questo
è ancora lì che lo aspetta.
*di Marco Amoroso
a cura di Silvia Buffo