Storia, esperienza, tradizione. Il prodotto tipico alimentare è una delle vere ricchezze italiane indiscusse, insieme ad arte e personaggi celebri. Il profumo unico e invitante, che è capace di sprigionare un dolce – lavorato artigianalmente con tecniche tramandate da padre in figlio – quasi una visione mistica, ma ‘realissima’, che in un attimo ci fa ricordare di essere appartenenti alla comunità locale. Forse a tutte le comunità locali italiane.
E’ quanto succede a Tivoli, in via Empolitana 23, al “Vecchio Forno” – attività cinquantennale – servita da Noemi angelucci e la mamma Rita, che con estrema dolcezza e semplicità, mostrano la ‘Pizza Giulia’, un dolce tipico tiburtino «si mangia a Pasqua, insieme al salame coratella ed è la colazione tipica di questo periodo».
Uova, zucchero, latte, semi e liquore all’anice. Ingredienti uniti con sapienza da artigiani dello storico forno che assicurano «è una lavorazione molto complessa perché va controllata costantemente l’umidità, per 12 ore». AQ