Al mondo ci sono 40 milioni di ciechi, per le cause piu’ varie (cataratta, disturbi della retina, glaucoma degenerato, maculopatia com perdita dello strato recetttoriale dell’occhio, retinite pigmentosa con patologie correlate,ecc…); mentre nei soli USA, ad esempio, su una popolazione di 250 milioni di persone, quasi il 90%, 218 milioni, soffre variamente di disturbi della vista (180 milioni portano gli occhiali, e 38 le lenti a contatto).
Bastano questi dati, per avere un’ idea delle dimensioni planetarie che hanno, al giorno d’ oggi, i disturbi della vista. Se n’è parlato attentamente al Congresso 2017 di “Ipovisione-Sport vision”: associazione che riunisce medici oculisti e di altre specializzazioni, con l’obbiettivo appunto d’ approfondire le conoscenze sui piu’ gravi deficit visivi e sui corrispondenti protocolli terapeutici. Congresso svoltosi (col patrocinio dell’ azienda ospedaliera universitaria “Policlinico Umberto I” e dell’ Università di Roma “La Sapienza”) alla sala Mechelli del Consiglio regionale del Lazio; centrato sulle piu’gravi patologie oftalmiche (glaucoma, maculopatie, ecc…), e rivolto soprattutto ad oculisti, ortottisti e assistenti in oftalmologia. Ma anche a medici specialisti in malattie metaboliche e diabetologia, cardiologia, pediatria, medicina dello sport, ecc…; e ai farmacisti. Direttori scientifici del corso, i Dr. Daniele Di Clemente e Alessandro Segnalini.
“Oggi- ha stottolineato, in apertura, Daniele Di Clemente – la chiave un po’ di tutte le branche della medicina è la riabilitazione; non è pensabile che un paziente operato non venga riabilitato. Riabilitazione che, anche nell’ oculistica, si cerca di facilitare nel modo piu’ naturale e meno invasivo possibile, anzitutto stimolando il paziente stesso ad attivarsi in questo senso. Aiutati dall’ evoluzione tecnologica, che in questo settore è davvero incessante”.
L’ evoluzione tecnologica in effetti ha avuto un posto importante nel convegno: l’ altra oculista Valentina Carbone, in rappresentanza della Second Sight Medical Products, importante azienda operante nel settore, ha spiegato il funzionamento di Argus II, Sistema di Protesi Retinica noto anche come “Occhio bionico”, che genera una stimolazione elettrica della retina per indurre la percezione visiva in soggetti non vedenti. L’ impianto è una protesi epiretinica impiantata chirurgicamente all’interno e attorno all’occhio, e comprende un’antenna, un involucro per l’ elettronica e una matrice di elettrodi; l’ apparecchiatura esterna comprende occhiali, un’unità di elaborazione video e un cavo ( attualmente, in Italia, è possibile usufruire di questo dispositivo, con la copertura del SSN, presso un solo centro oculistico autorizzato, a Firenze) . Sulle “mostruosità di ordinaria burocrazia”, s’è soffermato invece il Dr. Romani, responsabile, all’ INPS, della valutazione ciechi civili di tutta Roma e Provincia ( ” oggi, in seguito alle tante truffe di soggetti assolutamente non ciechi, riusciti a ottenere con la frode l’ indennità mensile, siamo arrivati al punto che pazienti, effettivamente ciechi, chiedono di rinunciare all’ assegno perchè, facendosi vedere in giro col bastone, temono d’ esser denunciati come falsi invalidi!”).
Sul trattamento farmacologico delle maculopatie s’è soffermata, invece,. la professoressa Lia Giustolisi, responsabile dell’ apposito centro Diagnosi e terapia della “Sapienza” (“la degenerazione maculare legata all’età è la piu’ diffusa, e il 50% degli ultra75nni soffre della forma piu’ grave, quella umida, essudativa”).
Molta attenzione è stata dedicata, con la seconda sessione del convegno, alle patologie oculistiche nello sport: considerando anzitutto la natura di quest’ultimo, ormai, come fenomeno di massa ( “oggi- ha precisato Annalisa Di Cesare, responsabile dell’ UOC Medicina fisiatrica e riabilitazione al Policlinico “Umberto I” – la preparazione sportiva d’ un bambino inizia già a 3 anni; mentre, d’ altra parte, ci sono alcuni atleti attivi anche dopo i 90 anni”). Leopoldo Spadea, Professore associato del settore Malattie visive alla “Sapienza” di Roma, ha parlato delle piu’ moderne tecniche di chirurgia refrattiva (usata dall’ oculista per correggere, intervenendo sulla cornea o sul cristallino, i vizi refrattivi dovuti ad un difetto di focalizzazione delle immagini sulla retina, come miopia, ipermetropia o astigmatismo) negli sportivi. Alessandro Segnalini, docente alla “Sapienza”, ha parlato delle tecniche di “Visual training”, allenamento per l’occhio, proposte – con importanti risultati – prima agli ipovedenti e poi agli sportivi.
Ultima sessione del convegno, dedicata alla dislessia, condizione caratterizzata da problemi con la lettura (nonostante chi ne soffra abbia un’intelligenza normale), frequente in età scolare ma non solo: con speciale attenzione al necessario coordinamento fra interventi dell’ oculista e del logopedista.
“In conclusione – precisa il Dr. Daniele Di Clemente, docente di Oftalmologia alla “Sapienza” e consulente oculista del Tribunale di Roma – questo convegno ha passato veramente in rassegna tuttele principali innovazioni tecnologiche e i corrispondenti protocolli terapeutici per gli ipovedenti. Mentre è emersa l’ importanza d’una diagnosi precoce dei disturbi della vista sin dal primo anno d’età delle persone: per prevenire, o affrontare poi adeguatamente, disturbi come la dislessia o l’ ambliopia ( situazione in cui un occhio vede bene, e l’ altro no); la riabilitazione dell’apparato visivo, comunque, deve proseguire per tutta la vita, con tecniche il piu’ possibile non invasive, e praticando anche sport adeguati, Lo sport, infatti, se aerobico (vedi non solo la ginnastica aerobica, ma anche marcia, corsa, uso della bicicletta, ecc…) fa bene alla vista, producendo un maggior afflusso d’ ossigeno ai tessuti oculari; mentre è dannoso lo sport comportante un notevole sforzo fisico ( come il sollevamento pesi), causando vasocostrizione , quindi aumento della pressione”.