“Le strutture sanitarie di Mogadiscio sono «praticamente paralizzate. Negli ospedali mancano medici e infermieri. Mancano il sangue, i medicinali e gli strumenti chirurgici. Non riescono a fare fronte all’arrivo dei feriti dell’attentato di sabato. La situazione è drammatica». Lo riferisce Foad Aodi, presidente dell’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e dell’Unione medica euro-mediterranea (Umem), in contatto in queste ore coi medici della città; e che lancia un appello al Governo italiano perché «attivi aiuti in favore della capitale somala». «Abbiamo notizie – aggiunge – di oltre 300 morti (327, la cifra che circolava ieri pomeriggio nei dispacci d’agenzia, N.d.R.) , e più di 400 feriti, al momento. I medici contattati ci parlano della difficoltà di tirare fuori le persone dalle macerie, di bambini coinvolti e dell’ impossibilità di assistere tutti perché mancano le cose essenziali. Sono state necessarie molte amputazioni e la mancanza di sangue è drammatica». Si tratta, aggiungiamo, del piu’ grave attentato verificatosi in Somalia (è molto propbabile la matrice jihadista) dopo le elezioni presidenziali del febbraio scorso: mentre è gravissimo il disinteresse che ancora ieri, a 48 ore dall’attentato, si registrava da parte dei massmedia. Non è ammissibile che della Somalia ( Paese nei cui confronti, tra l’altro, l’Italia ha un debito storico per il passato colonialista che ben conosciamo), l’Occidente s’interessi solo quando ci son di mezzo lucrosi quanto sporchi affari da concludere (vedi anzitutto il tragico caso di Ilaria Alpi e del suo operatore televisivo Hrovatin, uccisi, nel febbraio ’94, appunto perchè indagavano su questo tipo di traffici).
Fabnrizio Federici