Il 12 Aprile al Clepsydra, in Via delle Fresie 6, il Trio Chaba presenterà “Vent”, il suo primo disco realizzato presso “M&M Studio” di Davide Costantini, poi registrato live e mixato da Luca Mosca. Marco Amoroso incontra il trio Chaba e ci racconta di questo incontro speciale. Si sono conosciuti da poco più di un anno. Li aspetto in un bar al centro di Roma, fa caldo e il sottofondo dei motori delle macchine, copre la musica del mio Ipod. Arrivano.
Michel Chabaneau è sorridente, occhiali Ray Ban a goccia, occhi chiari una camicia a scacchi e jeans anni novanta.
Daniele Pulpito ha uno sguardo più cupo,
sembra pensieroso, un pizzetto lungo e capelli disordinati ma un sorriso di chi apprezza la giornata.
Ci sediamo e ordiniamo dei banalissimi caffè, che dopo un po’ smettono di essere banali appena comincia la nostra intervista.
Mi raccontano di quando si sono visti per la prima volta: studiavano musica nella stessa scuola e spinti entrambi dalla necessità di suonare decisero di provarci insieme.
Dopo poco tempo nacque il Duo Chaba, un progetto incentrato sulla realizzazione di alcune canzoni che altro non erano
che i giorni che Micheal raccontava scrivendoli su un diario e poi accompagnandoli con la sua chitarra e le sue
melodie da villaggio sud-americano in accordo con la sua voce da Eddie Vedder ai tempi d’oro.
Daniele suona il basso come chi accarezza il viso di una giovane donna, con tenerezza ma allo stesso tempo
passione sfrenata, dando vita ad una ritmica piuttosto dura ma ch mi sembrava di conoscerli da una vita e
rimanda anche a sonorità mediterranee magari una pizzica tarantina il paese dove Daniele è nato.
Il tema dei loro testi è lo ” sfogo”; non c’è una vera e propria intenzione ma è come se fossero
flussi di coscienza ordinati e in seguito arrangiati nel miglior modo possibile.
Non ricordo bene perché, ma iniziamo a parlare di sociale, o meglio della nostra generazione,
che tutti dicono essere “senza vento”, e di quanto questo possa essere vero e non vero.
Daniele ci parla di Taranto, di come si cresce in una città del sud di quanto sia difficile
il problema dell’Ilva che in poco tempo è divenuta un assassino astratto nell’idea, ma reale
e potente nell’uccidere.
C’è uno sguardo di malinconia negli occhi di Daniele, che però dura poco fino a quando Michel
con una sua risata quasi da adolescente ci racconta di una loro canzone dal titolo “Chemical Dreams”
ispirata appunto alla situazione di Taranto o meglio alla situazione generale del mondo messo alle strette
dal capitalismo dell’indusrtie. Una canzone che Michel scrisse proprio perché vedeva un suo amico
soffrire per il proprio paese, per la propria gente e la canzone ebbe un meritato successo.
A metà dello scorso anno colpito dalla bravura e dalla simpatia, dall’organizzazione e dalla professionalità
dei due ragazzi, entrò a far parte del gruppo Guianfranco Vozza, un percussionista da non paragonare a nessuno,
un musicista a tutti gli effetti. Così il Duo Chaba divenne un Trio.
Senza troppi giri di parole e affascinato dalla discussione, chiedo loro di parlarmi del loro primo disco.
Il disco si chiama: ” Vent ” (sfogo), otto tracce che scorrono con una facilità impressionante,
un lavoro al quale inizialmente non si pensava, ma poi vedendo il riscontro con il pubblico,
i live strapieni nei locali della capitale, le varie interviste e apprezzamenti di tutti i tipi
nel vedere tre ragazzi che danno vita non solo ad un live musicale ma ad un vero e proprio spettacolo
d’arte, hanno fatto sì che il loro primo album prendesse vita da solo.
La cosa che mi ha colpito di questo incontro durato poco più di un’ora, è stata
la bellezza con la quale questi due ragazzi esprimono senza rabbia e senza vergogna i propri
sentimenti e le proprie indignazioni e il capire di quanto loro siano due artisti eccezionali,
ma soprattutto due grandi amici.
di Marco Amoroso